Lavorare la terra per raccogliere un frutto speciale. Che racchiuda in sé quell’aiuto socio-sanitario difficile da dare a chi “sta nella zona grigia. Persone con patologie non conclamate che, in ambito socio-sanitario, poco si può fare”, spiega Marco Sandonà di Gal Montagna Vicentina che “ottiene dall’Europa 100mila euro di finanziamento”. Parte il progetto “agricoltura sociale in Pedemontana”.

Attività agricole in fattoria, per persone che vivono particolari situazioni di fragilità, mirate al loro reinserimento nel contesto sociale. E poi finalizzato ad una realtà lavorativa. “Un’opportunità – spiega Sandonà -per il nostro territorio dell’alto vicentino, con grandi aspettative di carattere sociale che potrà diventare un modello d’azione, da diffondere in altri territori”. Il finanziamento ottenuto da Gal, “rientra nell’ambito della Misura 16 -spiega Irene Gasparella -Un sostegno concesso ad incoraggiare ogni forma di cooperazione tra almeno due soggetti, per la diversificazione delle attività agricole in attività riguardanti l’assistenza sanitaria, l’integrazione sociale, l’agricoltura sostenuta dalla comunità e l’educazione ambientale e alimentare”.

 

In linea con la fusione delle due ex ulss vicentine, nell’ulss 7, ne prende il nome. “Agricoltura sociale in Pedemontana – spiega Brunello Gregory, presidente della Cooperativa Sociale La Locomotiva di Cogollo del Cengio – Sarà un insieme di attività agricole e sociali”.  Il progetto coinvolge la fattoria sociale ‘La Pachamama’ di Marostica, “ che sarà capofila, essendo l’unica fattoria dell’area Gal iscritta nell’apposito elenco regionale”, precisa ancora Brunello “mentre a noi il compito di coordinare il tutto sotto il profilo amministrativo ed operativo”.
A mettersi in gioco nel progetto anche la cooperativa sociale ‘La Verlata’ di Villaverla, che affiancherà le persone ‘prese in carico’ da La Pachamama, nelle sue fattorie di Marostica e Marsan. Lì,infatti, verranno avviati dei progetti educativi e riabilitativi, grazie alla figura professionale di un educatore della Verlata.  “Con questo progetto si colmano lacune e vuoti nel mondo socio-sanitario -spiega il referente della cooperativa Verlata -Puntando all’integrazione sociale, e poi lavorative, di persone fragili”.
Tolti i costi di promozione del progetto, il budget di 100mila euro servirà a coprire le spese dell’educatore che “lavorerà 4 mezze giornate sulle persone individuate dall’ufficio servizi sociali dell’Unione Montana Astico – spiega ancora Brunello -Seguendole individualmente, o anche in gruppo, in base alle specifiche esigenze”.

Due anni di lavoro. “Il progetto scade il 23 novembre del 2020, è una forma sperimentale ma siamo convinti che potrà diventare una realtà e che possa essere preso a modello -dichiara  ancora Sandonà -Negli ultimi anni gli operatori sociali evidenziano come siano in aumento le casistiche di persone con fragilità che faticano a trovare supporto nelle canoniche soluzione del welfare sociale, sia pubblico o privato. Col progetto ‘agricoltura sociale in Pedemontana’ si intende sperimentare una possibile soluzione per queste persone, sulla scorta di esperienze pregresse, in linea col crescente panorama di realtà che lavorano in agricoltura sociale nel territorio regionale e nazionale e con le norme vigenti nell’ambito di agricoltura sociale”.

“L’alto vicentino offre un panorama ricco, ma frammentato, dove si sono costruite singole collaborazioni tra Pachamama, azienda capofila del progetto, che ha iniziato il suo percorso di agricoltura integrato con attività sociali dal 2006- spiega ancora Brunello – Dodici anni di esperienza che hanno portato l’azienda ad inserire tante persone in situazione di svantaggio”.
“La nostra fattoria esprime il concetto tra ‘noi e la terra’ – spiega Maurizio Radin, titolare de La Pachamama -Siamo una realtà agricola che produce con metodo biologico. Ma da noi fare agricoltura non significa solo arare i campi, ma offrire servizi che vanno dalla didattica al sociale. Rispetto al classico Ceod, la fattoria sociale è più economica. Con questo progetto ‘agricoltura sociale in Pedemontana, il finanziamento serve per coprire il costo dell’educatore, il resto si mantiene con la produzione della fattoria”.

“Con la fattoria sociale Pedemontana si pone in evidenza la potenzialità e la ricchezza, in interventi in ambio sociale, del nostro territorio-commenta Piera Campana, sindaco di Breganze dove trova sede l’Unione Montana Astico – Auspico che il modello venga riproposto in altri territori”.

Paola Viero

 

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