Un gioiellino immerso nella natura di Fara Vicentino. Qui l’amore e la sensibilità del suo fondatore, Osvaldo Tonello, di sua moglie Luisa Chemello, unita alla sapienza di chi ci lavora dentro con impegno e passione, hanno permesso di accogliere e seguire ogni giorno 24 persone con diverse disabilità, da quella fisica alla psichica, passando per la sensoriale. Parliamo del Centro Diurno “Casa Enrico”, gestito dall’associazione Filo di Seta – onlus e convenzionato con l’Asl 7 Pedemontana. I coniugi Tonello hanno perso il loro figlio Enrico e sono genitori di Giovanni, un ragazzo disabile gravemente compromesso nel linguaggio verbale: da qui è partito tutto. La struttura ha aperto le sue porte il 3 aprile 2006, all’inizio per accogliere 14 ragazzi, divenuti 24 nel corso degli altri. Dentro ci sono ospiti provenienti da tutta la provincia di Vicenza e l’obiettivo è costruire un percorso di crescita il più soddisfacente e dignitoso possibile. I risultati stanno dando ragione a loro e alla sua squadra, tanto che dietro alla chiesa di Fara Vicentino sorgerà una struttura dove poter accogliere una quindicina di disabili anche per la notte: sarebbe il giusto culmine di un progetto e di una fatica partiti tanti anni fa. Darebbe sollievo a tante famiglie. E quest’ultimo obiettivo si centrerà nel 2023. In mezzo, in questi anni d’impegno e d’amore, ci sono anche la costruzione di due fattorie sociali a Sarcedo e Zugliano per sostenere la Fondazione Enrico Tonello. Lavoro e fatica,  che hanno attratto pure Erika Stefani, originaria di Valdagno e ministra per la disabilità uscente. Facendo un giro per le realtà dell’Altovicentino, ha voluto rendersi conto da vicino e toccare con mano il gioiellino che, al suo interno, ospita pure gli uffici dell’azienda di Osvaldo Tonello, specializzata nel produrre energia pulita da fotovoltaico. Stefani era accompagnata dal senatore della Lega, Emanuele Pellegrini, dall’ex assessore veneto al Turismo Marino Finozzi e dalla sindaca di Fara Vicentino  Maria Teresa Sperotto e non ha potuto non ammirare un esempio di solidarietà e di professionalità encomiabili.

«Non c’ero mai stata qui a Casa Enrico – spiega Stefani – ma sapevo della sua esistenza, perché la sindaca me ne ha parlato più e più volte. Gli impegni precedenti non mi avevano permesso di passare ma siamo davanti a una realtà straordinaria. Intanto strutture del genere devono essere belle, perché si tratta di un aspetto considerato terapeutico ed è esclusiva. E poi mi piace che al suo interno ci sia un’azienda privata: prima di fare la riunione, i clienti passano per un centro diurno. Lo trovo straordinario». Con la ministra uscente è l’occasione per parlare pure del lavoro fatto e da fare per un settore fatto di persone fantastiche ma necessitano di essere aiutate. «Ho vissuto una gran bella esperienza – prosegue – perché avere un incarico del genere, con una visione nazionale, ti allarga la visione. Il mondo della disabilità ha una capacità incredibile di progettare; ogni ente ha le sue competenze, dallo Stato alle Regione al mondo del volontariato e devono essere coordinati. Ho previsto una legge-delega proprio per mettere insieme questi soggetti. Anche con il nuovo governo, ci sarà una continuità su quanto fatto in questi anni, ci sono delle scadenze obbligatorie da rispettare. Ho potenziato l’ufficio per la disabilità, perché altrimenti sarebbe difficile lavorare. Ho lanciato l’idea, che dovrà essere raccolta da chi vincerà le elezioni, che le politiche sociali siano separate dal Ministero del Lavoro, in modo da istituire un corpo unico con le disabilità». E a chi verrà dopo di lei, Stefani indica la strada sulle cose da fare. «Dovrà solo approvare i decreti, dare esecuzione alla legge-delega, creare un fondo unico delle disabilità su tutto il campo nazionale, altrimenti ogni anno le Regioni sarebbero in difficoltà per accedere ai finanziamenti e non potrebbero dare continuità ad alcuni progetti». La stessa ministra ha ricordato, invece, come la Disability Card si possa avere dal sito dell’Inps, mentre per il bonus-energia sarà fatto un decreto dove saranno specificati i modi di riparto del fondo.

Tonello: “Qui c’è tutto il nostro impegno”

Casa Enrico e La Fattoria La Costa sono l’impegno di un padre ed una madre, i coniugi Tonello, che della loro storia personale hanno fatto una missione di vita. In queste due strutture i disabili sono felici e qualcuno viene anche inserito nel mondo del lavoro. Operatori scelti per competenza, che non può essere un optional quando hai a che fare con certi ‘esseri speciali”. Educatori che hanno il compito di insegnare ad essere più indipendenti possibili in un contesto di natura, che sembra paradiso. Basta andare a visitare Casa Enrico e trascorrere qualche ora con quelle creature indifese e ingenue per capire quanto siano felici lì. Quanto lavoro ci sia dietro per rendere dignitosa e felice la vita di chi, nonostante sia nato sotto il segno della disabilità, grazie al grande lavoro di questi genitori straordinari, possa vivere serenamente e accompagnato nei suoi bisogni di tutti i giorni.

Alessandro Ragazzo

 

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