Il Primo Maggio, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia invia un  messaggio a lavoratrici e lavoratori e a tutti i veneti.

“Il 1° maggio, festa del lavoro, è un’altra ricorrenza  che si ritroviamo a vivere  in  silenzio. Dovremmo ricordare la storia dei lavoratori e delle lavoratrici, delle  lotte per il riconoscimento dei loro diritti, le tutele conquistate grazie  a stagioni di battaglie e di compromessi, l’impegno di storiche organizzazioni sindacali e di sindacalisti carismatici, come  Giuseppe  Di Vittorio e Tina Anselmi, le  trasformazioni dell’economia globale che stanno mettendo in crisi la qualità del lavoro. E invece domani, le piazze saranno vuote e  in questo strano Primo Maggio prevarrà il silenzio.
Silenzio per chi ha perduto la vita sul lavoro e per il lavoro, a cominciare dai medici, infermieri, operatori sanitari, autisti e volontari dei servizi di soccorso, uomini delle forze dell’ordine, sacerdoti e religiosi colpiti dalla pandemia nell’atto più nobile, quello di  soccorrere e prestare  aiuto ad altre persone.

Silenzio per chi il lavoro l’ha perso a causa di questa crisi imprevista e imprevedibile, di dimensioni globali, che solo in Veneto ha azzerato oltre 3600 imprese, mandato in cassa integrazione oltre 30 mila lavoratori e cancellati 50 mila posti di lavoro. E silenzio per chi sta aspettando, con ansia, di ritornare al lavoro, ma vive tutta l’incertezza di chi non sa in che modo e con quali prospettive potrà riprendere la propria attività, tante sono le incognite aperte da questa crisi sanitaria, economica, sociale.

Ma c’è una voce che, in questo Primo Maggio, dovrebbe levarsi forte e chiara per questa ricorrenza: un grazie sentito e corale a tutti i lavoratori che in questi giorni così difficili, con il loro operare, hanno reso possibile la vita di tutti noi e delle  nostre comunità. Pensiamo a chi ha continuato e continua a lavorare negli ospedali, nelle  case di riposo e nei servizi territoriali, anche a rischio della propria vita; alle commesse  dei negozi e cassiere  dei supermercati ai rider della spesa; agli operatori ecologici e alle tante persone dei servizi di pulizia, pubblici e privati; agli uomini e alle donne delle forze dell’Ordine e ai volontari della  Protezione Civile; ai volti nascosti che si celano dietro le nostre reti informatiche; alle mamme, ai papa e nonni che oltre al sostegno di cura stanno affiancando  i loro ragazzi nella fatica di apprendere; a chi  ha continuato a lavorare i campi e garantire l’intera  filiera agroalimentare; agli spedizionieri e agli operatori dei trasporti, a quelli dell’informazione; ai docenti che si sono inventati nuovi spazi e nuovi metodi per continuare ad insegnare.

Li vorremmo ricordare tutti, nessuno escluso,  e ringraziare personalmente per il lavoro che ognuno di loro ha fatto e continua a fare. E vorremmo ringraziarli in modo speciale  per quel valore aggiunto fatto di dedizione e attenzione, di gentilezza  e pazienza, di  professionalità e sacrificio che hanno saputo metterci in questi giorni, così difficili per tutti. Sono loro i testimoni migliori che ci dimostrano, ancora  una volta, che il lavoro è il nostro bene più prezioso, rappresenta  il nostro essere e la nostra vera ricchezza.

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