“Tutto il personale dell’Ulss7 è concentrato sul lavoro per cercare di smaltire le liste d’attesa, ma il problema principale è la carenza di personale, con i bandi che vanno deserti perchè c’è una ‘crisi di vocazione’ verso lavori che comportano turni nei festivi e nei week end”. E’ quanto emerso ieri, dalla riunione convocata a Marostica dal coordinamento dei consiglieri di opposizione del Bassanese, che avevano organizzato la tavola rotonda “Sanità pubblica e sociale in Veneto: c’è ancora un futuro?
Le parole sono del dg Carlo Bramezza sono state esplicite ed hanno fatto comprendere ai presenti, che pur essendoci un impegno politico da parte della Regione, il dramma è la carenza di personale, che non è più attratto dal pubblico. Stipendi da fame e turni estenuanti con un privato in cui arrivi a guadagnare il quadruplo, con uno stile di vita che nemmeno si può paragonare a quello ospedaliero.
All’incontro di ieri, era presente anche l’assessore regionale Manuela Lanzarin, che non ha nascosto il problema della carenza di personale e delle liste d’attesa. Ha ribadito l’impegno della Regione e il dialogo costante con il Governo.
Medici, gli stipendi in Italia sono tra i più bassi in Europa
A scoraggiare i giovani verso le carriere mediche non sono solo le pessime condizioni di lavoro e la precarietà ma anche gli stipendi, tra i più bassi in Europa. Ma quanto guadagna un medico in Italia? Uno specialista in Italia viene retribuito con poco meno di 80mila euro l’anno, 72.599 euro secondo l’Aran – l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni. Vale a dire 2,3 volte uno stipendio medio, spiega l’Ocse, dato che si confronta con i 3,4 della Germania, i 3,2 del Regno Unito e i 2,8 della Spagna. “Il problema dello stipendio del medico è che in Italia esiste una pressione fiscale del 43% sul dirigente medico – ha spiegato il segretario nazionale Anaao Assomed, Pierino Di Silverio – Siamo di fronte ad uno scempio: in qualsiasi parte del mondo questo non avviene. Un medico in ospedale guadagna 2.500 euro per 38 ore di lavoro settimanali, nel resto d’Europa lo stipendio è superiore di almeno di 1.000 euro, se non di più. Il problema però non è il netto, è il lordo – ha spiegato il segretario generale del sindacato dei medici – Perché al lordo il medico che entra guadagna quasi 5.000 euro. Se ho una pressione fiscale del 43% e contestualmente mi si impedisce di fare attività libero professionale – se non in azienda pagando ulteriori tasse – lo stipendio si riduce a quello che è. Non è solo una ragione economica ma è anche una ragione economica che allontana il medico dalla sanità pubblica, tant’è che poi va nel privato”.