Bambini cari, armatevi e partite. Deve essere questo il concetto per cui, Fiera di Vicenza, ha aperto senza rimorsi le porte della Fiera delle Armi ‘Hit Show’ ai minori.
Unica in Europa, nonostante le esplicite richieste da diocesi e associazioni che hanno un briciolo di sale in zucca, fiera di Vicenza è andata avanti per la sua strada fiduciosa, probabilmente, che per rendere ancora più ‘scoppiettante’ il mercato delle armi, in un prossimo futuro ai bambini si dovranno mettere in una mano la pistola e nell’altra il biberon.
Sarà la spavalderia di Donald Trump, sarà la reintroduzione in Russia della legge che tutela i mariti picchiatori, sarà Matteo Salvini che inneggia a pulizie e rastrellamenti, sarà quella smania di giustizia fai-da-te, fatto è che alla fiera della armi di Vicenza, ai bambini sono stati messi in mano pistole e fucili veri.
Una scelta di dubbio gusto, che non ha nulla a che fare con il difendere il diritto alla caccia o posti di lavoro in aziende produttrici di armi, ma che riguarda solo ed esclusivamente un’operazione culturale gestita, evidentemente, da irresponsabili.
Che hanno poi anche tentato di giustificarsi colpevolizzando l’ingresso ai minori di 14 anni con un “refuso”, rendendo ancora più evidente la totale mancanza di buon senso da parte di adulti che dovrebbero, ogni tanto, almeno avere la decenza di fare ‘mea culpa’.
Ma non è solo Italian Exhibition Group, ente promotore della rassegna, ad essere finito nel mirino (termine quanto mai appropriato) di chi non avrebbe voluto mettere minori a contatto con le armi. Il dito di molti è puntato anche su Sergio Berlato, consigliere del Veneto e politico più votato alle ultime elezioni regionali, sostenitore della caccia e in questo frangente accusato di aver fatto pressioni per agevolare le visite di Hit Show togliendo il divieto di accesso a minori, che in molti casi avrebbe precluso l’ingresso anche ai genitori.
Berlato o non Berlato, rimane il fatto che il mondo politico comunale, provinciale e regionale è rimasto in silenzio, forse timoroso di vedere qualche orda di minorenni accompagnati dai genitori imbracciare un fucile e compiere uno sterminio in municipio o a Venezia. Silenzio totale.
Come è giusto che sia davanti alla guerra o alla morte, ma come non dovrebbe essere davanti ad una cultura che autorizza minori ad imbracciare un fucile.
E viene da chiedersi se tra quei politici, genitori, espositori, allestitori e organizzatori, che hanno difeso i minori a Hit Show, ci siano persone che hanno sorriso davanti a bambini che imbracciavano fucili. Chissà se qualcuno ha ironizzato tirando in ballo budella di fuori o culi impallinati. Chissà se tra di loro ci sono adulti che si indignano e pontificano intolleranza davanti alle foto dei bambini costretti a morire da kamikaze o ad uccidere in alcuni paesi stranieri di cui si schifa la cultura.
Rimane il fatto che il Veneto è balzato agli onori della cronaca nazionale, grazie a polemiche riportate su varie testate, per una figura di m… che si sarebbe potuta evitare e che mette in luce ancora una volta la mancanza di cultura e di senso di responsabilità nelle stanze dei bottoni.
Anna Bianchini