In Veneto l’Rt e’ a 0,81, l’incidenza e’ di 134 casi ogni 100.000 abitanti, l’occupazione dell’area non critica e’ del 26% e quella della terapia intensiva del 27%. “Dati che sarebbero da scenario giallo, ma visto che l’ultimo decreto blocca le zone gialle fino al 30 aprile rimarremo in zona arancione”, spiega l’assessore regionale alla Sanita’ Manuela Lanzarin, oggi in conferenza stampa in sostituzione del presidente della Regione Luca Zaia, impegnato in una videoconferenza.
Nelle ultime 24 ore in Veneto sono stati individuati 1.085 nuovi casi di Coronavirus, con un’incidenza del 3,21% su 33.185 tamponi effettuati. I pazienti ricoverati sono 1.950, di cui 1.684 in area non critica e 266 in terapia intensiva.
Sempre nelle ultime 24 ore in Veneto sono state somministrate 16.356 dosi di vaccino contro il Covid, di cui 9.730 prime dosi e 6.626 seconde dosi. Il totale delle prime dosi somministrate arriva quindi a 1.223.617, pari all’87,7% delle forniture arrivate. I soggetti che hanno ricevuto la prima dose sono 880.065 (18% della popolazione), mentre 343.552 persone hanno ricevuto anche la seconda dose (7% della popolazione). L’86% della popolazione over 80 ha ricevuto almeno una dose.
“Come Regioni proporremo al Governo di riaprire alcune attività”
Oggi, intanto, i presidenti di Regione porteranno le prime proposte al governo in tal senso, in un’ottica costruttiva e collaborativa, trovando soluzioni per avere la massima sicurezza possibile garantendo la ripresa dell’attività economica, come la riapertura dei ristoranti anche la sera.
“Come regioni presenteremo una proposta di linee guida per le riaperture, senza voler dare una data precisa. Penso però che ci siano alcune attività che possono esser fatte in sicurezza: ad esempio quelle che si possono svolgere all’aperto e in sicurezza, come mangiare stando seduti – ha detto nei giorni scorsi il neo presidente della conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga – . Mi sembra di capire che il governo dovrebbe avere una cabina di regia questa settimana per ipotizzare le prime aperture, anticipando maggio. Su questo noi siamo disponibili a dare la nostra completa collaborazione. Cerchiamo di dare il più possibile un messaggio univoco, è sbagliato dividere il Paese tra chi vuole aprire tutto e chi vuole chiudere tutto”.
Tenendo conto dell’evoluzione della situazione pandemica, se i numeri lo permettono e gli ospedali iniziano a diminuire la loro pressione penso che ci dovremo far guidare da questo punto di vista, oggettivo e scientifico, per capire se si potrà andare verso un allentamento. Il problema – ha concluso Fedriga – non è quando riapri ma come riapri”.
Per riaprire se ne parlerà a maggio: le indiscrezioni
‘Maggio mese delle riaperture’. Ristoranti all’aperto e coprifuoco a mezzanotte