Schio non avrà il commissariato di Polizia di Stato.
Non è valsa a nulla la richiesta dei 36 sindaci del territorio, che a gran voce e supportati da numeri e dati che non lasciavano spazio alla fantasia, avevano richiesto al ministro dell’Interno Matteo Salvini il commissariato di Polizia di Stato a Schio, per dare servizio a tutto l’Alto Vicentino.
Ignorata totalmente la loro richiesta, fatta per conoscenza anche a questore e prefetto e supportata dall’intervento della parlamentare Maria Cristina Caretta, unica onorevole del territorio che si era spesa in nome dei sindaci rappresentanti dei cittadini. “E’ una necessità inderogabile”, aveva detto la parlamentare. I sindaci di Thiene e Schio, Giovanni Casarotto e Valter Orsi, si erano rivolti anche all’onorevole della Lega Erik Umberto Pretto, ritenendolo la persona più adatta a supportare le istanze del territorio, arrivando a chiedergli di “piantonare l’ufficio di Slavini per portare a casa il commissariato”.
A spingere i sindaci del territorio, che in nome del bene dei cittadini non avevano esitato a mettere da parte le bandiere politiche e le associazioni di categoria a rivolgersi direttamente a Salvini per chiedere il commissariato, l’analisi dei dati riguardanti la microcriminalità del territorio, il fenomeno delle baby gang e gli extracomunitari denunciati o arrestati per delinquenza. Reati che richiedono specifiche azioni penali, che solo un commissariato di Polizia di Stato può garantire.
La Polizia italiana si riorganizza, ma Schio è tagliata fuori e anche Vicenza non potenziamenti.
Il nuovo assetto, che prevede nuove aperture di sedi, è stato presentato da una folta delegazione del Ministero dell’Interno, presieduta dal sottosegretario Molteni e guidata dal capo della Polizia Gabrielli.
A.B.