
Un passo, quello di Francesca Russo, che ha trovato convinta adesione in Veneto da parte di alcuni amministratori. Tra essi il presidente del Consiglio comunale di Vicenza, Massimiliano Zaramella. “Gent.ma dottoressa Francesca Russo – scrive quest’ultimo – desidero manifestarle il mio ringraziamento e plauso per la forte, quanto condivisibile e giusta, decisione di rifiutare l’incarico a membro del Gruppo tecnico consultivo nazionale sulle vaccinazioni (Nitag). Chi riveste ruoli istituzionali di garanzia per la salute ed il benessere dei cittadini e difende l’etica, le competenze e le conoscenze scientifiche, non deve mai sacrificare i propri valori e declinare le proprie responsabilità”. (ANSA).
Pd Veneto: “Apprezzamento per la sua decisione. Da Governo grave legittimazione di posizioni negazioniste. Ministro Schillaci faccia dietrofront”
“La decisione della dirigente del dipartimento prevenzione della Regione Veneto, Francesca Russo, di rifiutare la nomina che le era stata comunicata nel nuovo Comitato Vaccini del ministero della Salute, è apprezzabile. Perché segna un confine oltre il quale non si dovrebbe mai andare quando si parla di scienza e salute, ovvero la legittimazione di posizioni negazioniste. Purtroppo, con la scelta del Ministro della Salute, Orazio Schillaci, di nominare come consulenti due medici notoriamente contrari alla vaccinazione no vax, è stato superato il segno. Cosa molto grave se a compiere questo passo è il Governo della Repubblica”. La ferma presa di posizione è della consigliera regionale veneta del Pd e vice presidente della commissione sanità, Anna Maria Bigon.
“In un Paese che ha visto nella scienza, nella medicina basata sull’evidenza e nella responsabilità collettiva gli strumenti fondamentali per affrontare la pandemia, affidare ruoli di consulenza a professionisti che hanno pubblicamente messo in discussione questi strumenti mina la credibilità delle istituzioni sanitarie e disorienta l’opinione pubblica. Non è una questione di pluralismo delle opinioni bensì di etica pubblica e di coerenza con i principi della deontologia medica. Il Codice di Deontologia Medica richiama tutti i medici a fondare le proprie decisioni cliniche su prove scientifiche validate, e a contribuire alla salute pubblica con responsabilità e rigore”.
“Il ruolo delle istituzioni è quello di rafforzare la fiducia nella sanità pubblica, nella prevenzione e nella medicina basata sulle evidenze. Il Ministro – conclude Bigon – riveda con urgenza queste nomine e garantisca che le figure chiamate a orientare le politiche sanitarie siano competenti e fedeli siano espressione della competenza al giuramento di Ippocrate”.