L’idea era di chiedere più controlli “contro quei cacciatori che ignorano le distanze di sicurezza e vanno a sparare vicino alle case”. E a Elena Ostanel, consigliera regionale del gruppo ‘Il Veneto che vogliamo’ sembrava che la richiesta, l’altro giorno in aula, sarebbe passata. Sul suo ordine del giorno (titolo: “Effettuare una più stretta vigilanza per garantire la sicurezza e l’incolumità delle persone e degli animali non cacciabili”), l’assessore regionale alla Caccia, Cristiano Corazzari “aveva assicurato il parere positivo, come poi ha confermato in sostanza anche a microfono”. E “anche il presidente della commissione mi aveva inizialmente assicurato il parere favorevole”. Invece… Invece, la maggioranza, “dopo alcuni interventi dai banchi dell’opposizione” ha “clamorosamente sconfessato” l’assessore bocciando il testo (risultato: 10 voti favorevoli, 28 contrari e due astenuti). “Abbiamo visto la lobby dei cacciatori dentro al Consiglio sconfessare l’assessore competente in aula, una figuraccia epocale per la giunta veneta e un’altra crepa nel Moloch leghista”, commenta allora Ostanel, al termine del dibattito sul pdl ordinamentale 2023 in materia di agricoltura, caccia, pesca, promozione agroalimentare, a cui era collegato il suo Odg. Voleva impegnare “la giunta a ‘incrementare l’attività di vigilanza venatoria indirizzata a prevenire efficacemente i rischi per l’incolumità delle persone, oltre che degli animali non cacciabili come quelli domestici'” e così “rafforzare i controlli contro quei cacciatori che ignorano le distanze di sicurezza e vanno a sparare vicino alle case”.

Nel Veneto, “dove spesso non esistono confini netti tra i centri abitati e i campi, ci sono tante aree che devono essere assolutamente tutelate, perché non mancano i cacciatori che violano le norme, ignorano le distanze di sicurezza rispetto alle abitazioni, sparando troppo vicino alle case”, ma “quando un tema è ostaggio delle pressioni delle lobby e delle ideologie- conclude Ostanel- allora escono testi con i paraocchi, che smarriscono la logica. Stavolta, sulla mia richiesta di rafforzare il diritto di chi abita vicino ai fondi di non vedersi arrivare su muri, finestre e terrazzi i pallini sparati dai cacciatori, a finire impallinata dal fuoco amico è stata la Giunta di Zaia”.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia