Aveva detto di voler inasprire le misure anti covid, ma alla fine il governatore Luca Zaia ha deciso di mettere qualche paletto in più.
Al bar dalle 15 alle 18 si potrà consumare solo rimanendo seduti, sia per bere una bevanda che per mangiare.
A far scattare la nuova regola i grandi assembramenti nel primo fine settimana da ‘zona gialla’, che hanno fatto registrare il pienone quasi ovunque, con bar affollati e ristoranti che hanno dovuto fare doppi turni.
“Sarà valida fino al 5 marzo”, ha sottolineato Zaia. Una nuova regola che non cambia di molto, ma che punta soprattutto a ricordare che il virus c’è ancora ed il pericolo non è scampato. Dopo aver consumato è quindi obbligatorio indossare la mascherina. Il governatore della Regione ha poi ricordato ai sindaci dei comuni veneti, che se intendono essere più restrittivi con i loro cittadini lo possono fare, con lo scopo di evitare pericolosi assembramenti.
Vaccini, ‘Zaia non prenda in giro le persone’
Intanto è polemica in seno al consiglio regionale del Veneto per i vaccini che Zaia vorrebbe acquistare autonomamente. Il Governatore ha ottenuto le prime pagine dei quotidiani per aver rivelato alla stampa due trattative di compravendita di vaccini. ‘Si tratta di vaccini autorizzati e si farà tutto secondo legalità perchè giuridicamente, una Regione può acquistare farmaci’. Dichiarazioni che hanno fatto scattare le polemiche da parte dell’opposizione, che giudica l’iniziativa di Zaia una sparata mediatica come quella dell’autoproduzione da parte del Veneto dei vaccini.
“Sui vaccini non si facciano sparate a effetto, demagogiche, solo per trovare spazio sui giornali. È evidente che, se la Regione vuole comprare ulteriori dosi in proprio, è destinata a pagare un prezzo maggiore rispetto a quello strappato dall’Unione europea. Stupisce lo stupore di Zaia, sono ‘normali’ economie di scala. Tutti vorremmo più dosi e più personale per accelerare le operazioni così da raggiungere prima possibile l’immunità di gregge, ma non si possono prendere in giro le persone. Se ci sono imprenditori volenterosi, disponibili a dare una mano, ben vengano; perché, però, dovrebbero fare una donazione alla Regione per comprare un prodotto identico a quello fornito dall’Ue a un costo cinque volte superiore? Sarebbe illogico”.
Lo affermano le consigliere regionali del Partito Democratico Anna Maria Bigon, vicepresidente della commissione Sanità, e la collega Francesca Zottis, che intervengono “in ordine alla possibilità di acquistare sul libero mercato vaccini contro il Covid 19, almeno un milione, lanciata dal presidente della Regione Luca Zaia, che oggi ha parlato di ‘trattative in fase avanzata’”.
“Su argomenti così delicati andare in ordine sparso rischia di essere controproducente – osservano le esponenti Dem – Quali garanzie ci sono, per esempio, sulla continuità della fornitura, che dovrà tener conto anche della diversa efficacia rispetto alle varianti del virus? Un conto è contrattare come Unione europea, un altro come singola Regione. Tutto questo, al netto del fattore economico, su cui però Zaia non può cavarsela con un ‘quanto vale una vita umana?’ per giustificare qualsiasi decisione”.
“Perché per salvare le persone si poteva fare molto di più anche nei mesi precedenti, agendo sulla prevenzione – concludono Anna Maria Bigon e Francesca Zottis – Dai dati mai caricati sull’App Immuni ai test rapidi di vecchia generazione nelle case di riposo, al posto dei tamponi molecolari, dall’organizzazione dei Sisp fino all’intensificazione dei controlli per verificare il rispetto delle misure di isolamento e quarantena”