Riceviamo e pubblichiamo
Anche quest’anno, come succede da un po’ di tempo a questa parte, ci ritroviamo ad affrontare la questione dell’eccidio di Schio: una ricorrenza che nelle ultime edizioni ha visto sfilare per le vie della nostra città numerosi neofascisti e nazisti, con il beneplacito dell’amministrazione e delle autorità pubbliche locali.
Come ogni anno la comunità antifascista scledense si ritrova a dover discutere di come e quando essere presenti in piazza, in quali forme e con quale obbiettivo.
A differenza degli anni passati però negli ultimi mesi l’Alto Vicentino ha voluto esprimere più volte nelle piazze e nelle strade del nostro territorio, un rifiuto completo a quelle forme di fascismo che ogni giorno sempre più costantemente cercano di crearsi agibilità politica.
La grande manifestazione del 29 Aprile per festeggiare il 73° anniversario della Liberazione della città dall’occupazione nazi-fascista e le passeggiate antifasciste che si sono tenute quest’inverno, sono solo alcuni degli esempi di come la comunità ha saputo rispondere a queste provocazioni, ma soprattutto sono esempi concreti dello spirito e dell’anima profondamente antifascista del nostro territorio.
Mai come quest’anno crediamo sia fondamentale evitare di cadere nelle classiche discussioni sulla legittimità o meno del ricordo di quei morti. Mai come quest’anno crediamo sia necessario delineare un unico e chiaro messaggio: Schio rifiuta i fascisti e nessuno spazio deve essere dato a questi tristi quanto inutili personaggi.
Negli scorsi appuntamenti abbiamo dovuto assistere a saluti romani, parate in formazione militare di classico stampo fascista e alle pagliacciate che le organizzazioni dell’estrema destra del Vicentino e di tutto il Veneto concordano per quella giornata.
L’eccidio e la sua “celebrazione” da troppo tempo non sono più un argomento che riguarda pochi familiari ma sono diventati la passerella dei neofascisti nostrani che una volta all’anno riescono a sfilare per far capire che ancora, forse, esistono. Sfruttano quell’occasione non tanto per ricordare delle persone ma per prendere spazio in un territorio nel quale altrimenti sanno di non essere ben accetti.
È essenziale quest’anno assicurarsi che la nostra città, profondamente solidale, antifascista, antirazzista e antisessista, non sia offesa per l’ennesima volta dalla presenza di alcuni nostalgici (per la maggior parte provenienti da fuori provincia).
Il 7 Luglio non può e non deve essere più l’espediente e la scusa che permette la presenza dei neofascisti a Schio!