“Per fortuna i cantanti non sono disabili”. Parole pronunciate da un assessore comunale mentre discute del piano di eliminazione delle barriere architettoniche. Un’affermazione che ha suscitato sdegno durante il consiglio comunale dello scorso 30 luglio a Piovene Rocchette. “Non deve essere una sfortuna per una disabile avere una bella voce e un buon orecchio”, ha ribattuto indignato il consigliere Maurizio Colman. Perché, alla fine, le capacità artistiche, come il canto, sono un dono, un privilegio che non può essere ridotto a motivo di discriminazione o a confronto insensato.

Un commento che rivela una superficialità difficile da ignorare, a maggior ragione se pronunciate dall’amministratore di  un Comune,  e  che rischia di mettere in discussione la serietà con cui si dovrebbe affrontare il tema dell’inclusione sociale. Anziché scadere in paragoni azzardati, più da bambini delle elementari che da amministratori responsabili, sarebbe il caso di ricordare che la politica non sta solo nelle azioni da mettere in campo per la collettività di un paese, ma anche da come si scelgono le parole nell’affrontare le questioni, delicate o meno che siano.

Il contesto. Tutto è scoppiato mentre nella seduta pubblica veniva discusso il piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche da adottare in paese. Un documento basato su studi e progetti che hanno portato ad una specie di graduatoria, completa di punteggi, degli edifici e delle strade pubblici sui quali è necessario intervenire. Un elenco nel quale non è stato compreso l’edificio che ospita il Coenobium Vocale, “vado un po’ in conflitto con il sindaco perché è uno dei pelli  più vecchi e da adeguare, però per fortuna i cantanti non sono disabili”. Una frase infelice. Buttata lì quasi fosse una battuta, ma che non fa ridere e che invece può ferire chi ogni santo giorno combatte con la ‘gabbia’ delle propria disabilità. Tra difficoltà e disperazione. Anche quelle dei propri familiari.

“Volevo  dire all’assessore Toniolo che se anche ci fosse un disabile motorio dotato di buona voce e di buono orecchio, non sarebbe sicuramente una sfortuna che questa persona potesse cantare all’interno di un corpo” ha affermato il consigliere comunale Maurizio Colman, alzandosi in piedi con un tono di voce al limite dell’arrabbiatura “è una cosa che mi ha dato particolarmente fastidio, se devo essere onesto, perché credo che soprattutto in un’assemblea come un consiglio comunale, un’uscita come la sua non deve trovare luogo”.

di Redazione AltovicentinOnline

 

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