Respinge al mittente le accuse di non aver fatto abbastanza per potenziare la sanità del Veneto, il direttore della sanità del Veneto Luciano Flor, oggi in conferenza stampa dalla sede di Azienda Zero, a Padova. “Uno sforzo di assunzione come durante il periodo Covid non c’era mai stato”, afferma Flor. I soggetti assunti durante la pandemia a diverso titolo sono “7.218, di cui 2.235 medici (209 a tempo indeterminato)”, spiega Flor. Gli infermieri assunti a tempo indeterminato sono 1.754, a cui si aggiungono altri 418 a tempo determinato, 386 a libera professione e 228 rientrati dalla quiescienza. I tecnici di laboratorio assunti sono 135, a cui si aggiungono 22 tecnici di radiologia e 230 assistenti sanitari. Gli oss sono infine 880. “Abbiamo messo a contratto 44 medici Usca, ed è garantito il servizio di almeno 144 persone ogni giorno”, conclude. “Noi veniamo da stagione della paura del 2020 dove chiudevamo tutto nel 2021 l’abbiamo fatto all’insegna di tenere tutto aperto, chiudendo solo lo stretto necessario distribuendo casi Covid in modo che tutti potessero garantire un certo livello di attività, infatti oggi sforzo è enorme”.

Situazione scuola

Sono 12.085 le classi scolastiche del Veneto al momento in quarantena. E “se moltiplichiamo il dato per circa 20 alunni per classe si capisce l’impatto sulla società”. Lo afferma il direttore dell’area Sanità del Veneto Luciano Flor,

Per ogni classe si aprono pratiche burocratiche, sottolinea poi Flor, tornando a chiedere “una semplificazione”. I Sisp “non sono male organizzati”, come sostengono gli esponenti di opposizione in Consiglio regionale, ma “sono molto impegnati a inseguire i contatti e persone completamente asintomatiche”, continua Flor sottolineando che il sistema “è stato impostato quando i numeri erano molto più bassi”. E infatti “è in corso una riflessione su cosa davvero serve, cosa è utile e quali sono le priorità”.

La minaccia di sciopero dei medici

Ci va giù duro, il direttore generale della sanità del VENETO Luciano Flor, nei confronti dei medici di medicina generale che minacciano lo sciopero. “Una componente (la Fimmg, ndr) prende atto della situazione di grande difficoltà e dice: ‘forza, pedalare’, mentre qualcuno invece (Snam e Smi, nrd), invoca lo sciopero informatico sulla stampa, perché al momento non abbiamo alcuna comunicazione formale”, spiega Flor. Nel frattempo, però, i medici di medicina generale e pediatri di libera scelta effettuano solo il 3% dei tamponi che ogni giorno vengono fatti in VENETO e ad esempio “ieri i medici di medicina generale che hanno fatto tamponi, 256 su 2.870 circa, ne hanno fatti 10 a testa”. Insomma, servirebbe più collaborazione da parte di tutti, tanto più che “con una componente di medicina generale (Snam e Smi, ndr) c’è stato contenzioso legale davanti al Tar, e il Tar ha detto che quello che la Regione chiedeva alla medicina generale (che i medici di medicina generale facciano i tamponi, ndr) era corretto. È una sentenza pubblica (del 15 gennaio 2022, ndr)”. Quindi “faccio un appello alla responsabilità tutte le persone, c’è la necessità in questo momento di non creare incertezze ove queste non abbiano motivo di esistere”, continua Flor.

“Si deve trovare un confronto con la Regione per trovare forme di miglior organizzazione per i cittadini, ci sono esempi di funzionamento da prendere ad esempio e degli esempi di non funzionamento di cui bisogna avere il coraggio di parlare… Non tutti i medici e i pediatri vogliono vaccinare, non tutti i medici di base assicurano ai loro assistiti i servizi che devono assicurare epidemia ha evidenziato alcune situazioni da prendere in considerazione, credo sia bene parlarne nelle sedi opportune”, esorta Flor. Ad ogni modo, ad oggi “noi non abbiamo formale comunicazione di indizione di uno sciopero, solo di uno stato di agitazione. Se arriva sarà valutata come prevede la norma”, conclude la dirigente regionale.

2000 operatori sanitari sono in isolamento

Al momento oltre 2.000 operatori sanitari del Veneto (su circa 55.000) sono in isolamento perché positivi al Covid. E questa è una delle principali criticità che affliggono il sistema, dal momento che si tratta di un problema “difficile da superare, le contromisure sono limitate”

 

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