Margherite, mimose e fiori di campo a febbraio sono un segno inequivocabile: stagioni e clima non corrispondo più.
Con conseguenze pesantissime sulle coltivazioni di frutta e verdure, la preoccupazione dello smog che persiste e il timore che il gelo torni da un momento all’altro.
La riflessione arriva da Coldiretti Vicenza, che ha analizzato i dati Ucea relativi ai primi 10 giorni di febbraio, che registrano gemme delle piante da frutto rigonfie per prepararsi ad aprirsi.
“La natura è sconvolta da un mese di febbraio che ha fatto registrare temperature minime più elevate di 3,9 gradi rispetto alla media, dopo un gennaio gelido – hanno commentato Martino Cerantola e Roberto Palù, rispettivamente presidente e direttore di Coldiretti provinciale – La primavera sta arrivando in anticipo e anche le nostre colture si risvegliano, fiori compresi. L’anomalia è evidente lungo tutta la penisola ed anche nel vicentino, dove si riscontrano 4,5 gradi in più rispetto alle medie stagionali. Le temperature insolitamente alte sono accompagnate da una persistente siccità invernale, dovuta alle scarsità di pioggia e neve con il ritorno dello smog. Nelle campagne, le coltivazioni che si sono salvate dal gelo sono in tilt, ingannate da una finta primavera, che favorisce un ‘risveglio’ che le rende particolarmente vulnerabili all’eventuale prossimo arrivo del gelo con danni incalcolabili. Una situazione che rischia di aggravare il già pesante bilancio delle perdite che si sono verificate dall’inizio dell’anno a causa delle gelate – hanno concluso Cerantola e Palù – che hanno distrutto le coltivazioni con significativi danni alle imprese agricole ed all’economia dei territori”.