Lo scottante argomento delle case di riposo, che non risparmia il territorio dell’Alto Vicentino, travolto da un’ondata di morte, difficile al momento da quantificare a livello numerico se non con i dati Istat che cominciano a tracciarne un drammatico bilancio, non viene trascurato dalla Regione Veneto. Lo ha assicurato durante il punto stampa di oggi, domenica 19 aprile, l’assessore al Sociale Manuela Lanzarin, che non si è sottratta alle domande incalzanti di giornalisti smaliziati che vogliono poter riportare la verità sui media.
“Com’è possibile che nel raggio di pochi chilometri, in alcune case di riposo, si è registrata una strage di anziani e di contagi mentre nei paesi vicini, altre Rsa non hanno avuto un solo caso di coronavirus?”
La domanda ha aperto uno scenario che sta tenendo dibattito a livello nazionale e soprattutto in Lombardia, perché la differenza di numeri, a distanza di pochi chilometri, è chiaro che lascia presupporre che ad incidere deve per forza esserci stata di mezzo la condotta di chi ha gestito l’emergenza Coronavirus. Il Codacons ha già presentato esposti alla Procura di Vicenza perchè venga fatta luce su certe morti. Le denunce dell’associazione consumatori riguarda tutta l’Italia e non tralascia la nostra provincia.
“Le comunicazioni – ha precisato l’assessore Lanzarin – sono state diverse, le case di riposo sono state informate del serio rischio che correvano gli anziani ospitati nelle strutture. Le comunicazioni sono state fatte il 6 marzo, il 16 marzo ed il 31 marzo, verificheremo cos’è accaduto realmente per comprendere questa differenza che ha avuto delle ripercussioni sui nostri anziani”.
Sul piano della strategia medica, la Regione Veneto aspetta l’esito dei tamponi eseguiti nelle Rsa: “Vanno assolutamente isolati i positivi e ricoverati negli ospedali – ha concluso Manuela Lanzarin – Là dove l’anziano possa essere curato nel centro stesso, l’Ulss di competenza farà supervisionare la degenza da un medico specializzato, che seguirà il paziente passo dopo passo, prima di giudicarlo guarito”.
Domani, lunedì 20 aprile, nella videoconferenza stampa delle 12.30, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, presenterà gli esiti dell’indagine epidemiologica e della campagna di test svolta nelle 302 case di riposo della Regione. Sono state sottoposte ai test di positività al virus oltre 60 mila persone, tra ospiti e operatori.
L’Opera Immacolata ai tempi del Coronavirus
Sono due settimane che i media ci bombardano di numeri e di scene drammatiche di anziani morti senza il conforto dei loro cari, che se li sono visti recapitare all’interno di bare già sigillate. Anziani cremati nella fretta di scongiurare il pericolo di contagio. In questo scenario apocalittico, ci piace riportare l’esperienza positiva all’interno della casa di riposo Opera Immacolata di Thiene.
Secondo quanto raccontatoci da alcuni nostri lettori, l’istituto per anziani si è attrezzato con tutto quello che la tecnologia può offrire, facendo in modo che i vecchietti possano avere, attraverso smartphone, tablet e videochiamate su appuntamento, la vicinanza virtuale di figli e nipoti. Tutto organizzato con rigore e serietà e per chi non sente più e ha difficoltà ad ascoltare il proprio congiunto che vuole dargli un abbraccio a distanza ricordandogli che non manca il pensiero in questo momento difficile, arriva l’operatore di turno pronto a mettere su carta le parole dei familiari.
Apprezzata non poco anche la videoconferenza del direttore Paolo Mantese, che settimanalmente si collega via web con amici, nipoti e figli degli ospiti dell’Opera Immacolata per raccontare loro quello che accade all’interno di quello che in questo momento appare come un ‘tempio invalicabile’ a causa del coronavirus. Iniziative che stanno dando coraggio a chi era abituato a visite dentro la casa di riposo e che adesso, grazie alle video chiamate, alle conferenze telematiche e al contatto costante a cui sono stati addestrati gli operatori, si sentono non solo rasserenati ma anche soddisfatti di servizi che in altre realtà non esistono minimamente.
A.B.