In relazione ai dati sui positivi al Covid 19 in Veneto riportati oggi dai media, il Dipartimento Prevenzione della Regione del Veneto puntualizza che nei giorni scorsi è stata diffusa da Azienda Zero una tabella che fornisce una erronea lettura dell’andamento dell’epidemia da Covid 19 o, in particolare per quanto riguarda le percentuali del numero dei positivi sui tamponi effettuati.
‘La tabella è stata peraltro redatta sulla base di una norma risalente al febbraio 2020 che prevede come la percentuale dei positivi sui tamponi sia calcolata esclusivamente sul numero dei tamponi molecolari. Da tenere presente che al momento in cui venne emanata la norma i tamponi rapidi non erano ancora disponibili, fecero infatti la comparsa sui mercati soltanto ad aprile – spiega una nota stampa diffusa dalla Regione Veneto – Occorre evidenziare inoltre che, mentre nel calcolo della percentuale viene inserito soltanto il numero dei tamponi molecolari, il numero dei positivi comprende anche i soggetti refertati con i tamponi rapidi. La vera situazione epidemiologica del Veneto non può dunque non tenere conto, ai fini del calcolo dell’incidenza percentuale dei positivi, della somma dei tamponi rapidi e di quelli molecolari, considerando che quotidianamente il Veneto effettua circa 20 mila tamponi molecolari e circa 40 mila tamponi rapidi. Si ricorda che in data 24 dicembre il Coordinamento della Commissione Salute delle Regioni italiane ha inviato una nota ufficiale al Ministro della Salute Speranza e ai tecnici del dicastero nella quale, peraltro, “si richiede che siano precisati chiaramente il totale dei test effettuati (molecolari e antigenici) dalla singole Regioni in tutti i bollettini del Ministero e della Protezione Civile”
In allegato una tabella che restituisce la reale situazione del rapporto fra positivi e totale dei tamponi effettuati (somme dei tamponi molecolari e rapidi) ‘A seguito di interfaccia con la Direzione Prevenzione del Ministero della Salute, abbiamo avuto rassicurazioni sulla pubblicazione del dato dei tamponi rapidi accanto a quello del numero dei tamponi di biologia molecolare. Questo elemento è strettamente connesso alla modifica della definizione di caso che sarà contenuta nella prossima circolare del Ministero della Salute. La proporzione dei casi sul totale dei test effettuati, sia rapidi che molecolari, consentirà di avere un elemento più preciso per la valutazione degli scenari epidemiologici’.
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Il primo vaccino in Veneto dove ci fu la prima vittima da Covid
Si chiama Alice Soldà, ha 58 anni e lavora al pronto soccorso dell’ospedale di Schiavonia. E’ lei la prima operatrice sanitaria veneta vaccinata in quello che il direttore generale dell’Ulss 6 Domenico Scibetta ha definito un “giorno storico”. A Schiavonia morì il 21 febbraio Adriano Trevisan, di Vo’, prima vittima italiana della pandemia.
Intanto, non accenna ad arrestarsi l’ondata di contagi che ha fatto conferire la maglia nera a quel Veneto che era stato esemplare fino ad ora e che nella prima ondata aveva rappresentato un modello da seguire non solo in Italia, ma in Europa. Nelle ultime 24 ore, il bollettino della Regione registra 3.337 nuovi casi, dato che porta il totale a 240.652. I decessi sono 52 (6.038 le morti complessive); il totale dei ricoverati positivi lievita di 37 pazienti e quello dei malati attualmente in terapia intensiva di 5. Numeri record, di cui parla tutta Italia e la ‘difesa’ è sempre la stessa: più tamponi fai, più positivi trovi. E i morti, allora? Si chiedono in tanti. Ieri, l’annuncio di Zaia che in Veneto sono stati individuati i primi campioni di pazienti con la variante inglese del Covid.
I ricercatori hanno scoperto a novembre, fra le 8 varianti del Sars-CoV-2 circolanti in regione, due varianti identificate al momento solo in Veneto. ‘Secondo i nostri studi preliminari – ha detto Antonia Ricci, direttrice dell’istituto – potrebbero essere varianti caratteristiche del nostro territorio’.
‘La maggior parte di questi virus – ha aggiunto Ricci, riferendosi agli 8 genotipi riscontrati in Veneto – sono presenti sia in Itala che in alcuni Paesi europei: sono caratterizzati da una mutazione della proteina Spike che la rende più diffusiva e più contagiosa’. La ‘variante inglese’ nei campioni di tre pazienti residenti in Veneto è stata trovata invece successivamente, alla vigilia di Natale, ha confermato la scienziata.
Lo studio dello Zooprofilattico rientra in un progetto commissionato dalla Regione Veneto per seguire i virus in corso di epidemia. ‘Il nostro gruppo di virologia – ha ricordato Ricci – è centro di referenza europeo per l’influenza aviaria. Seguire i virus in corso di epidemia è un lavoro che facciamo con l’aviaria e tanti virus degli animali. Questa pandemia ci ha insegnato però che un virus, che sia negli animali o nell’uomo, non cambia molto. Noi abbiamo competenze molto solide nel tracciamento dei virus in corso di epidemia’.
“Oggi abbiamo visto un primo spiraglio di luce e raggiunto un traguardo importante. Ma la lotta contro il virus sarà ancora lunga”. A dirlo, commentando le operazioni di vaccinazione contro il Covid 19 al San Bortolo di Vicenza, è Giacomo Possamai, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale.“Avere i vaccini non significa però allentare ancora le misure. Il numero dei contagi e dei decessi è ancora troppo elevato, soprattutto in Veneto, quindi occorre tenere alta la guardia da parte di tutti, con la conferma di misure restrittive da un lato e responsabilità individuale dall’altro. Non ci sono scorciatoie possibili”.
“Il fatto di aver trovato un vaccino in poco più di dieci mesi è un risultato storico che ci incoraggia ad fiducia nella capacità della scienza, senza prestare il fianco a complottisti e negazionisti – continua Possamai – Per questo occorre che ci sia una risposta forte da parte dei cittadini: l’efficacia delle vaccinazioni è direttamente proporzionale al numero delle persone che le faranno. Non c’è obbligatorietà, ma non deve passare il messaggio che ‘ognuno fa come gli pare’. Abbiamo chiesto una campagna di informazione capillare e chiara, senza ambiguità. Ognuno deve dare il proprio contributo, per sé e per gli altri, è l’unico modo per uscirne vincitori”.
Ulss 7. A Santorso battesimo del vaccino anti covid, fotogallery e video