Con la prima seduta ieri nel reparto di Urologia e le sessioni pianificate per Ortopedia e Chirurgia Vascolare, riparte a tutti gli effetti la chirurgia all’ospedale di Asiago che è destinata a diventare il punto di riferimento della chirrgia ambulatoriale di tutta la Ulss7 Pedemontana.

Oltre al nuovo ospedale, riprendono i servizi, iniziati grazie all’équipe di Urologia normalmente in servizio al San Bassiano che si è spostata in Altopiano. Sono però anche già sono pianificate ulteriori sessioni per interventi di Ortopedia e Chirurgia Vascolare.

Il tutto con un progetto di valorizzazione importante per la struttura dell’Altopiano: fare dell’ospedale di Asiago il punto di riferimento per tutta la chirurgia ambulatoriale dell’Ulss7 Pedemontana, dunque con un’integrazione sempre più stretta con gli ospedali di Bassano del Grappa e Santorso.

“L’integrazione passa attraverso una condivisione sempre più stretta dei protocolli e delle equipe chirurgiche – ha spiegato Antonio Di Caprio, direttore sanitario dell’Ulss7 Pedemontana – In quest’ottica non è solo l’ospedale di Bassano a supportare Asiago con le proprie risorse di personale, ma è anche quest’ultimo a mettere a disposizione degli spazi di cui abbiamo bisogno per incrementare l’attività chirurgica su tutti i pazienti, non solo per quelli dell’Altopiano. L’obiettivo è prevedere un’integrazione delle sedute con le Unità Operative di Urologia, Ortopedia e Chirurgia Vascolare, concentrando su Asiago l’attività chirurgica a bassa intensità, che consente al paziente di rientrare a casa già in serata”.

Un progetto di rete sul quale richiama l’attenzione anche il direttore generale Carlo Bramezza: “Nonostante il momento difficile per tutto il sistema sanitario, impegnato nel massimo sforzo per gestire la pandemia e procedere con la vaccinazione, stiamo mantenendo la promessa fatta, ovvero di riattivare progressivamente i servizi dell’ospedale di Asiago non appena le condizioni lo avrebbero consentito. Lo stiamo facendo grazie anche ad un approccio nuovo, nel quale non ci sono più tre ospedali a sé stanti, ma un forte coordinamento che consente di combinare e mettere in rete risorse di personale e spazi, con l’obiettivo finale di assistere sempre meglio i nostri pazienti”.

 

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