Sebbene qualche consigliere regionale minimizza la situazione, almeno il presidente della Regione Luca Zaia ha il coraggio di ammettere e di dichiarare alla stampa che non si fa abbindolare “la nostra sanità è in emergenza. Servono misure straordinarie”.
Politica accesa e riflettori puntati sul servizio sanitario regionale, sia per quanto riguarda le prestazioni ospedaliere sia quelle socio-assistenziali.
Una situazione che il governatore Luca Zaia non minimizza dichiarando a Il Mattino di Padova che mancano anestesisti e che le sale operatorie sono addirittura costrette a ridurre l’attività.
Il quadro è ancora più allarmante nell’Alto Vicentino, dove dalle ultime vicende politiche emerge chiaramente che non puoi nemmeno sollevarlo il problema perché ti ritrovi attaccato mediaticamente dal consigliere regionale che anche di fronte a numeri eclatanti che non riguardano solo la carenza dei medici, pretenderebbe il silenzio.
“Liste d’attesa infinite, medici che non ci sono, servizi che vengono tolti da un giorno all’altro obbligando i cittadini a spendere di tasca propria per andare in privato, la situazione è ormai insostenibile. I numeri parlano chiaro, siamo al collasso non solo nell’ospedale di Santorso ma anche per quanto riguarda i servizi territoriali e la parte socio sanitaria. Tutto questo ricade unicamente sulle spalle dei malati e del personale che subisce una situazione lavorativa ai limiti dell’umano”.
E’ la dura dichiarazione del Pd dell’Alto Vicentino che attraverso il suo coordinatore Giacomo Stiffan mette a fuoco l’emergenza di un territorio, dove la politica regionale sembra aver gettato la spugna da anni in quanto, probabilmente, ritenuta un bacino poco proficuo di voti.
In discussione non c’è l’operato di medici e operatori sanitari, autentici eroi che fanno i salti mortali per affrontare una mole di lavoro in maniera estenuante pur di non fare percepire il disagio agli utenti, ma un decadimento dell’organizzazione ospedaliera che risente di malumori e poca attenzione da parte di una politica più affaccendata a spegnere i fuochi mediatici che a trovare soluzioni in un campo delicatissimo.
Ad accendere la miccia la settimana scorsa ci ha pensato il consigliere regionale Nicola Finco, che ha bacchettato i sindaci dell’Alto Vicentino per essersi astenuti nell’approvazione delle schede ospedaliere che avrebbero fatto insorgere qualunque amministratore-politico con un minimo di caratura.
Come se mancasse lo spessore di chi, per mancanza di personalità, preferisce la linea morbida allo sbattere i pugni sul tavolo e rivendicare quella dignità di servizi che fino a qualche anno fa rendeva orgoglioso chiunque abitasse nell’Alto Vicentino. L’unico che nonostante si sia adeguato al voto, ha provato a fare capire che non si può accettare la situazione, è stato circondato.
E’ il sindaco Roberto Rigoni Stern, di Asiago, che si è visto bersagliato da tutti i colleghi dello stesso Altopiano perché, a loro dire, avrebbe dovuto rimanere nel coro di sudditanza alla Regione.
Quanto accaduto è l’emblema che chi prova appena a sollevare la testa viene subito ‘circondato’. Ma lui non si è lasciato intimidire pur di difendere la popolazione di Asiago, per la quale si sta battendo perché rimangano Pronto Soccorso e Punto Nascite indipendenti.
A suo dire, si tratta di 2 punti di riferimento imprescindibili per un territorio ad alta densità turistica. Ma il solo averlo dichiarato alla stampa non è andato giù a chi non ha digerito che fiatasse, accusandolo addirittura di fare campagna elettorale quando il primo cittadino ha appena vinto alle elezioni (così come è avvenuto tra la maggioranza dei sindaci dell’Alto Vicentino).
“Non solo la riforma sanitaria ha tolto ai sindaci qualsiasi possibilità di incidere a livello decisionale, ora si pretende pure che siano degli yes-men al servizio della scellerata gestione della sanità veneta – ha incalzato Stiffan a nome del Pd dell’Alto Vicentino – ‘Bechi e bastonà’ insomma. È ora di dire basta, gli altovicentini sono stanchi di sentire le favolette della Lega perché la situazione è questa: la sanità va sempre peggio. Nessuno sano di mente può negarlo e da noi va pure parecchio peggio che altrove. La responsabilità, a scanso di equivoci, è di chi la sanità la gestisce: la regione, a guida leghista”.
Il giorno dopo la bagarre messa in piedi da Nicola Finco, che sostiene che problemi nell’Alto Vicentino non ce ne sarebbero, se non una sede amministrativa spostata a Bassano, il presidente della Regione Veneto Luca Zaia ha snocciolato i dati di un Veneto che sta soffrendo: “Ho incontrato il ministro Roberto Speranza, dobbiamo collaborare e stiamo cercando l’accordo con i rettori per i giovani in corsia. Servono anche pensionati”.
Zaia non nega quindi il momento storico critico, al punto da auspicare la collaborazione con un ministro come Speranza, che pur essendo distante ideologicamente da lui, deve supportare le Regioni in questa fase di emergenza.
Per quanto riguarda l’Alto Vicentino, quella che negli ultimi tempi si è registrata all’ospedale di Santorso è una vera e propria fuga di chi ha cercato lavoro altrove. Questo ha appesantito ulteriormente la già fisiologica carenza di medici che andavano in pensione. Un territorio lasciato solo a fronteggiare anni di cambiamento, con pochissima attenzione della politica che conta. Va ricordato infatti che nell’ultimo decennio sono stati dismessi gli ospedali di Thiene e Schio, i cui medici non hanno fatto in tempo ad adeguarsi a questa fusione, che è piombata subito la riforma che li ha costretti ad accorparsi con Bassano. Un ulteriore subbuglio che ha comportato enormi problemi che sono rimasti inascoltati, con la conseguenza che in molti hanno deciso di andarsene.
“La misura è colma. Eravamo un’eccellenza. Avete sfasciato tutto”, ha concluso Stiffan.
di Redazione Altovicentinonline
