Una sanità più aperta al privato convenzionato, sulla scia del “modello Lombardia”, e un no deciso all’assunzione di medici con titoli non riconosciuti in Italia. Sono questi i due cardini sollevati dell’europarlamentare e coordinatore veneto di Forza Italia, Flavio Tosi, che interviene duramente sullo stato del sistema sanitario regionale e sul recente dibattito politico emerso anche a livello nazionale.
“Al cittadino interessa essere curato, non se il servizio lo eroga il pubblico o il privato convenzionato. Il ticket è identico”, ha dichiarato Tosi, che siede nella commissione Envi del Parlamento Europeo, competente anche in materia sanitaria. “In Veneto si registra ancora troppa refrattarietà verso il privato convenzionato, a differenza della Lombardia, dove questo settore rappresenta circa il 30% delle prestazioni sanitarie. Qui da noi si ferma al 16-17%”. Un approccio, secondo l’ex sindaco di Verona, che penalizza l’efficienza: “In Lombardia le liste d’attesa sono nettamente inferiori rispetto al Veneto”.
Tosi auspica che con il prossimo governo regionale di centrodestra si possa cambiare passo: “Serve una nuova visione, meno ideologica e più orientata al risultato. Il privato convenzionato è un supporto al sistema sanitario regionale e uno strumento per garantire servizi nei tempi previsti”.
Il coordinatore veneto di Forza Italia ha poi puntato il dito contro la recente decisione della Giunta regionale di autorizzare l’assunzione di medici con titoli specialistici ottenuti all’estero ma non ancora riconosciuti in Italia. “Una scelta illegittima e foriera di grandi rischi. La competenza in materia spetta al Ministero della Salute, non alle Regioni”, ha spiegato Tosi, che si interroga anche sulla responsabilità giuridica in caso di errori sanitari. “L’assessore Lanzarin dev’essere davvero in difficoltà se arriva a proporre soluzioni di questo tipo”.
Non sono mancate critiche anche alle dichiarazioni del presidente dell’Emilia-Romagna, Michele De Pascale, che nei giorni scorsi ha annunciato l’intenzione di porre un limite alla mobilità sanitaria da altre regioni. “Parole inumane e incostituzionali – attacca Tosi – perché il diritto alla salute è universale. È falso anche economicamente: le prestazioni sono pagate dalle Regioni di provenienza dei pazienti, non da quella che le eroga”.
Secondo Tosi, De Pascale “vuole scatenare una guerra ideologica contro il privato convenzionato, con una visione quasi sovietica. La Lombardia, invece, è un esempio virtuoso di equilibrio tra pubblico e privato, e i numeri lo dimostrano: nel 2024 in Veneto oltre un milione di prestazioni di classe D e P non sono state erogate nei tempi previsti, come rilevato dalla Corte dei Conti”.
Per Tosi, l’auspicio è chiaro: “Il prossimo esecutivo regionale dovrà tenere conto del contributo fondamentale del privato convenzionato per garantire un sistema sanitario più efficiente, meno ideologizzato e più vicino ai bisogni dei cittadini”.
“Tosi ne vorrebbe ancora di più per ridurre le liste d’attesa? La Giunta Zaia già stanzia al settore metà delle risorse disponibili”

N.B.
