Una mail ed una telefonata da parte dei Sindaci dell’Alto Vicentino avrebbero indotto il governatore del Veneto Luca Zaia a bloccare le schede ospedaliere in approvazione definitiva in consiglio regionale nei prossimi giorni. Una notizia ‘bomba’, confermata oggi, che rimette in discussione il futuro della Sanità locale e dell’ospedale di Santorso che nei giorni scorsi, proprio a causa di decisioni che sembravano privilegiare nettamente l’area di Bassano del Grappa, avevano indotto gli addetti ai lavori a definire quello di Santorso un “ospedale di serie B”.
Oggi il ribaltone, che significa un trionfo per i primi cittadini, che si sono sempre spesi senza sosta e senza ‘bandiera politica’ nella tutela della Sanità. Sindaci che sono stati bacchettati da tutte la parti, non ultimo dal DG della Ulss 7 Bortolo Simoni, ma alla fine la loro presa di posizione ed il non aver ceduto ad un epilogo che sembrava dare tutto a Bassano, ha avuto la meglio.
Sindaci che hanno combattuto con le unghie e con i denti arrivando perfino a disertare l’inaugurazione della tanto attesa Medicina di gruppo integrata a Chiuppano pochi giorni fa, attirandosi le critiche di alcuni colleghi e di utenti che non hanno capito l’importanza della loro presa di posizione. Sindaci che si sono trovati da soli a difendere il loro territorio, senza l’aiuto della politica che conta.
Un concetto ribadito ieri sera anche da Stefano Fracasso, consigliere regionale del Pd e membro della Commissione Sanità, che parlando di un tema delicato e di fondamentale importanza per i cittadini, non se l’è sentita di cedere a slogan preconfezionati e ha scelto il buon senso. Senza mezzi termini, ad una conferenza organizzata a Schio dal suo partito, Fracasso ha sottolineato: “La riforma sanitaria voluta dalla Regione Veneto e dalla Lega che la comanda, ha di fatto svuotato le competenze dei sindaci, che sono stati tagliati fuori dal governo della Sanità. Le responsabilità del malfunzionamento della Sanità è della Regione, che non ha saputo pianificare l’operatività e ha voluto accentrare tutto nelle mani di Azienda Zero”.
Fracasso ha lanciato a sua volta un paio di stilettate contro Simoni, spiegando di aver compreso la buona fede dei primi cittadini nella
richiesta di avere una Ulss locale. “All’origine della riforma sanitaria – ha spiegato – era stato definito come ottimale per ogni Ulss un bacino di circa 350-400mila utenti, per garantire il contatto diretto tra i vertici e la conferenza dei sindaci, che sono i rappresentanti dei cittadini sul territorio. Poi, a Venezia, si è deciso di passare da 21 a 9 Ulss, creando delle aziende sanitarie di dimensioni enormi”. Fracasso, che all’inizio era favorevole alla creazione di una Ulss Alto Vicentino staccata da Vicenza, ha spiegato di essersi reso conto che tra Alto Vicentino e Bassano del Grappa sono sorti gravi problemi di natura strettamente politica che hanno creato una spaccatura tra i 2 territori, mettendo in effetti a rischio l’eccellenza dei servizi territoriali (sociali) della ex Ulss 4 per creare un adattamento (al ribasso) all’area bassanese. Da qui la sua decisione di supportare la scelta del Pd di Schio di sciogliere la Ulss 7 per unirsi a Bassano. “E’ importante difendere i servizi territoriali e sarà comunque difficile farlo passando con Vicenza – ha continuato – ma almeno si passerebbe ad una struttura regolamentata a livello regionale”.
Sanità subordinata ai ‘santoli’ della politica
Per Fracasso, il problema tra Santorso e Bassano non è di carattere socio-sanitario, ma prettamente politico. “Le schede ospedaliere della Ulss 7, che sono l’ultimo atto della programmazione ospedaliera delle Ulss, sono state fatte secondo i ‘santoli’ leghisti che ci sono in Regione e non su base scientifica”. Secondo il consigliere regionale, sono stati i leader bassanesi del Carroccio (gli assessori Manuela Lanzarin ed Elena Donazzan ed il consigliere Nicola Finco) a dare la spinta definitiva alle ultime schede, oggi bloccate da Zaia. “L’Alto Vicentino non ha politici che contano in Regione – ha commentato Fracasso – e questo è stato evidente nel momento di discutere la Sanità”.
La situazione della Sanità del Veneto
Fracasso ha dipinto una situazione preoccupante per la Sanità del Veneto dovuta a carenza di medici in primis e allo sviluppo di nuove patologie che richiedono risposte innovative nell’organizzazione sanitaria, ma anche troppa interferenza della politica.
“La vera sfida del futuro è l’invecchiamento della popolazione – ha spiegato Fracasso – Oggi gli ospedali ‘spoke’, come Santorso e Bassano, sono tutti in grandissima sofferenza e in alcuni casi è in crisi l’intera Ulss provinciale (Rovigo e Belluno). I medici sono pagati poco e c’è una fuga verso il privato che non si era mai vista prima, non era mai successo che i medici fuggissero dal pubblico al privato. In Italia, rispetto agli altri paesi del mondo, si investe ancora molto poco in Sanità. La nostra Sanità, che viene pagata con i soldi delle tasse, è sotto-finanziata. A livello italiano basterebbe un miliardo di euro per sistemare l’intero comparto – ha continuato il consigliere regionale – Invece il governo ha trovato i 9 miliardi per pagare il reddito di cittadinanza e mantenere chi non lavora e non riesce a trovare il miliardo per la Sanità”.
“La Sanità di oggi prevede ospedali per acuti e medicina territoriale per la convalescenza e la lungodegenza – ha spiegato Giampietro Piazza, medico della Ulss 7 – Il problema è che nel nuovo piano sociosanitario è sparita la medicina di gruppo e si è aperto alle strutture private”.
Anna Bianchini