Manuela Lanzarin, assessore alla Sanità della Regione Veneto, promette di incontrare i sindaci del comprensorio dell’Alto Vicentino per discutere con più calma le schede ospedaliere, ma la frittata è ormai fatta perché queste ultime sono chiuse e oltre al declassamento evidente rimane la rabbia per come sono andate le cose.
L’amministratore della giunta Zaia, della quale il sindaco di Schio Valter Orsi ha chiesto ‘la testa’ assieme a quella del commissario Bortolo Simoni, lo ha dichiarato ai microfoni di Tva, accompagnando la promessa alle solite frasi spot: “L’ospedale di Santorso non ci rimetterà e non è vero che è stato sacrificato per la campagna elettorale di Bassano del Grappa”.
Ma chi ci crede più? Chi avrà fiducia più nelle rassicurazioni di una Regione che per 8 mesi di intenso dialogo con i sindaci della Conferenza ex Ulss 4, aveva assicurato rispetto per un territorio di oltre 200mila abitanti che, a detta dei poteri istituzionali, non avrebbe perso eccellenze sanitarie?
Addirittura, le schede ospedaliere, in prima battuta, sembravano la risposta alle domande fatte dai primi cittadini, ma alla levata di scudi dei bassanesi, è stata messa in discussione persino l’emodinamica H24.
A meno che, i sindaci dell’Alto Vicentino, non abbiano mentito spudoratamente, perché per mesi sono apparsi ottimisti, qualcuno con tanto di foto Facebook sulla Laguna di Venezia , che sfoggiava un sorriso trionfante.
Qualcosa non è andata per il verso giusto: questo è poco ma è sicuro, perché non è possibile che una decina di sindaci di estrazione politica differente, ma accomunati dall’interesse per la Sanità, fossero così sicuri di quelle rassicurazioni che davano alla popolazione e alla stampa se in realtà fossero stati a conoscenza dell’epilogo delle schede ospedaliere.
E chissà se questo ‘giallo’ porterà o ha già portato a delle divisioni all’interno di una Conferenza dell’ex Ulss 4, che pur tenendoci ad apparire coesa davanti ai fotografi e ai giornalisti, all’interno scricchiola per via di qualche sindaco che non si dà pace per quanto accaduto.
Qualche primo cittadino infatti, in camera caritatis, avrebbe chiesto conto e ragione al presidente Robertino Cappozzo. La spaccatura, si è vista tutta, fuori dalla neonata medicina integrata di Chiuppano, dove qualche primo cittadino non ha voluto rinunciare alla parata organizzata dalla Regione, preferendo stare accanto alla Lanzarin sorridenti mentre i colleghi, sul piede di guerra e con facce da rivolta, attendevano l’assessore per chiedere le motivazioni del tradimento.
Qualche sindaco è apparso addirittura infastidito da quella protesta che stava rovinando la festa a chi voleva tagliare il nastro in santa pace e minimizzava la vicenda delle schede ospedaliere. Come se i loro concittadini non usufruissero di un ospedale diventato di serie B, come se quella medicina integrata fosse chissà quale evento rispetto ad un problema che ora coinvolge migliaia di abitanti, tra i quali molti non hanno la possibilità economica di rivolgersi al privato.
Qualcos’altro di veramente squallido emerge da questa vicenda
Come si può arrivare alla denuncia che al Pronto Soccorso un solo medico è costretto ad affrontare le emergenze di una notte e venirlo a sapere quando la situazione è già esasperata?
Il bubbone è esploso, ma perché nessuno ha denunciato in una fase intermedia, in cui si sarebbe potuto tamponare per evitare di arrivare al limite? Questo la dice tutta sul clima di tensione, ma soprattutto soggezione, nei confronti di una politica che non consente nemmeno di lamentarsi, perché tutto deve apparire perfetto. “Non ci sto più che mi si dica che tutto va bene – ha detto Valter Orsi – Chi ha agito in malafede, nascondendo, depistando e comportandosi in maniera non trasparente, dovrà risponderne”.
“Noi ci riunivamo sempre, la nostra attenzione è stata massima, è vero ci arrivavano le lamentele dei cittadini, utenti dell’ospedale che lamentavano disservizio, ma quando ci confrontavamo con i dirigenti venivamo rassicurati con parole che facevano capire che era un disservizio temporaneo, destinato ad essere risolto velocemente. Nessuno lasciava presagire che il nostro ospedale sarebbe stato declassato”. Sono state le parole di Franco Balzi, sindaco di Santorso, che guarda negli occhi i giornalisti per spiegare con il cuore che l’attenzione da parte dei sindaci c’è stata ed è stata massima.
“La verità è che abbiamo pagato i nostri toni tranquilli mentre nel bassanese si alzava la voce, si raccoglievano firme e si protestava con uno stile che noi non abbiamo usato per una scelta iniziale di dialogo con la Regione. Ecco come siamo stati ripagati”. Non ha usato mezzi termini Ruggero Gonzo, sindaco di Villaverla, che ha avuto il coraggio di dirlo in faccia all’assessore Lanzarin, che gli ha risposto che Santorso e Bassano, nelle scelte delle schede ospedaliere, hanno avuto uguale dignità. Ma quando mai?
Natalia Bandiera
Anna Bianchini