Sebbene fosse stato il primo a non condividere la fusione tra le Ulss 3 e 4 in una unica azienda sanitaria che copre dall’Alto Vicentino al bassanese, Sergio Berlato, consigliere regionale di maggioranza e politico più votato alle ultime elezioni regionali, ha votato ‘sì’ per la Ulss 7 ma con una promessa: “Vigilerò perché le promesse della Regione vengano rispettate”.
Berlato, lei non era favorevole alla nascita di una Ulss aggiuntiva nella provincia di Vicenza. Ha cambiato idea?
Sono ancora di questo avviso. Nel processo di riordino e razionalizzazione delle Ulss, che le ha portate da 21 a 9, ritenevo che per una questione di omogeneità fosse giusto che tutte le province avessero una sola Ulss. O eventualmente che tutte ne avessero due.
Era solo questa logicità a motivare la sua diffidenza?
Temevo che una Ulss aggiuntiva avrebbe comportato un pericolo di impoverimento, cioè che nel caso di Santorso e Bassano ci fossero minori investimenti a Santorso per far fronte a quelli necessari a Bassano per migliorarsi.
Lei alla fine ha votato ‘sì’ per la nuova Ulss 7. Che cosa l’ha convinta?
Sono state fatte promesse precise da parte della dirigenza regionale. Il governatore del Veneto Luca Zaia, Luca Coletto, allora assessore alla Sanità e Domenico Mantoan, direttore generale della Sanità, hanno garantito che la creazione della Ulss 7 non avrebbe comportato ripercussioni o perdita di servizi e di apicalità (primariati) per l’Alto Vicentino a causa degli investimenti dedicati a Bassano.
Solo promesse o concretezza nei fatti?
C’è stato un impegno formale da parte di Luca Zaia per garantire che non venisse spostato il baricentro dei servizi su Bassano, ma che rimanesse sullo stesso livello la coesistenza dei due ospedali. Naturalmente bisogna utilizzare al meglio le risorse, che sono sempre meno.
Risulta che siano stati fatti investimenti recenti su Bassano, che riguardano anche assunzioni.
Gli investimenti sono necessari a Bassano per equipararsi a Santorso che è una realtà più nuova e può essere sensibilmente migliorata. Ciò non toglie che quello che servirà anche alla ex Ulss 4 per non perdere il suo status dovrà essere garantito, così come dovranno essere garantiti servizi e apicalità.
Un taso dolente infatti sono proprio i primariati. E’ indubbio ormai che Bassano stia prevaricando Santorso…
I primariati sono garantiti con un sistema di primariato ‘a scavalco’, cioè una figura che coordina entrambi gli ospedali. Non si può togliere il primariato, perché questo andrebbe contro proprio a quegli accordi che sono stati presi fin dall’inizio e che garantiscono la coesistenza dei due ospedali sullo stesso livello. E c’è l’impegno a non dismettere nessuno dei due nosocomi.
Ci sarà qualcuno che vigila direttamente su tutto questo o controlla direttamente Venezia?
C’è un direttore generale, un responsabile dei due ospedali che deve garantire che gli investimenti non vadano da una parte a discapito dell’altra.
Ci sono tante chiacchiere sull’accorpamento di Santorso a Bassano. Si parla soprattutto di pressioni politiche. Ci spieghi: visto che Santorso è più moderna e ha un bacino di utenza più ampio rispetto a Bassano, perché non è stato scelto che fosse Santorso ad essere la Ulss accorpante?
C’è un fatto che non è di secondaria importanza. Su Bassano gravitano anche utenti dal padovano.
Quali saranno i prossimi passi che lei intende compiere?
Ho chiesto un incontro, che si terrà prossimamente all’ospedale di Santorso, con le istituzioni regionali che saranno presenti per dare garanzie.
Ora si deve dare coerenza all’impegno politico preso. Se così non fosse, sarei il primo ad alzare la voce e a farmi sentire per tutelare il mio territorio. Il patto fatto da Venezia dovrà essere rispettato.
Anna Bianchini