Nemmeno la pioggia ferma il comitato Villa Capra-Astico che a Sarcedo si batte per bloccare la costruzione di 300mila metri cubi di capannone su un campo agricolo, un tempo ex cava Casoni. Domenica 21 maggio, dalle 9 alle 13, torna in piazza per la raccolta firme contro il progetto che, se approvato dal Consiglio Comunale, verrà lasciato in eredità come una patata bollente alla nuova amministrazione comunale che verrà eletta nel 2024.

“Abbiamo già raccolto moltissime firme di cittadini che nelle tre uscite precedenti ci hanno raggiunto nei nostri gazebi-dichiara la presidente del comitato, Elisabetta Fortuna-Firme per dire no alla creazione di un complesso industriale nella zona agricola di Villa Capra-continua-Domenica 21 maggio saremo ancora una volta presenti coi nostri gazebi in piazza Vellere, piazza del Cavallino e in via Roma di fronte al municipio: ci aspettiamo ancora tante firme, perché la voce del Comitato e dei suoi aderenti e simpatizzanti si sta facendo sentire sempre con più forza. Il messaggio che esce da questa raccolta firme è che i cittadini sono stanchi di vedere erose e sprecate le poche zone verdi rimaste nel proprio Paese e di vederle sostituite da costruzioni e da cemento-conclude-Il comitato ‘Villa Capra/Astico – NO quinta zona industriale a Sarcedo’ si è fatto portavoce di questo malessere e intende far comprendere al gruppo di maggioranza, oggi al governo di Sarcedo, che questo progetto è una mera speculazione economica e spreco di territorio a vantaggio di una unica impresa. Il Comitato invita chi non avesse ancora firmato la lettera, che poi indirizzeremo al sindaco, a raggiungere i gazebo per dire no a questo progetto e i per far si che principi di salvaguardia del territorio, della salute, dell’equilibrio ambientale e la tutela degli ecosistemi naturali vengano rispettati da tutti”.

Questa la determinazione dei cittadini di Sarcedo. O quanto meno di una parte di essi che lottano affinché la costruzione di 300mila cubi di capannone non creino uno sbilanciamento dell’interesse dell’intera comunità di Sarcedo, a favore di un singolo soggetto, rinunciando così ad una bella fetta del proprio territorio agricolo e da poco riottenuta con la chiusura dell’ex cava nel 2021.

P.V.

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