Sono passati 50 anni  dalla prima donazione targata Fidas Sarcedo, sono stati coinvolti oltre mille donatori e nel 2020, anno complicatissimo, la sezione ha chiuso con più di 14mila donazioni raccolte.

Numeri importanti, numeri che esprimono solidarietà e voglia di regalarsi al prossimo in nome del bene più prezioso: la vita.

“La donazione di sangue è un atto semplice, spontaneo, ma per niente scontato. Per ricostruire la storia del nostro Gruppo Fidas – ha spiegato il presidente Maurizio Rossetto – dobbiamo tornare indietro al marzo del 1971, quando, dall’iniziativa di alcuni cittadini sarcedensi, nasce la nostra associazione. In concomitanza con l’iscrizione all’associazione provinciale Fidas Vicenza, il 7 aprile 1971, viene alla luce il gruppo Fidas Sarcedo Avellino Mion.

49 persone alla prima riunione, che si tenne al bar di allora Al Cavallino, luogo dove venne presa la decisione di intitolare l’associazione ad Avellino Mion, uno dei maggiori promotori del progetto, che, sfortunatamente, scomparve prematuramente poco tempo prima.

“In questi 50 anni di associazione a Sarcedo sono passate più di 1000 persone che hanno capito l’importanza del dono e che, con un loro piccolo gesto, hanno contribuito a salvare tante vite, raggiungendo nel 2020 oltre 14.000 donazioni raccolte”, ha sottolineato Rossetto.

La pandemia da Covid-19 non ha fermato la generosità. Anche in quest’ultimo periodo Fidas Sarcedo ha dimostrato di essere in prima linea quando si tratta di dedicare il proprio tempo alla donazione di sangue, con una crescita di nuovi donatori rispetto allo scorso anno, nonostante le difficoltà legate alla pandemia ancora in pieno corso.

“I numeri sono importanti, ma le persone lo sono ancor di più – ha concluso Rossetto – Per questo, a nome del Gruppo Fidas Sarcedo intendo ringraziare di cuore quanti hanno dato il proprio contributo alla vita. Grazie alle loro donazioni ed al tempo dedicato all’associazione, infatti, abbiamo raggiunto grandi risultati. Non dobbiamo perdere di vista, però, l’obiettivo per il futuro: continuare a diffondere il valore del dono, soprattutto tra i giovani. Investire sui nostri ragazzi significa assicurare la continuità delle donazioni e non rendere vani gli straordinari risultati ottenuti nei primi cinquant’anni di questa Associazione”.

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