Sanità sempre più critica in alto Vicentino e all’ospedale di Santorso e a segnalare ulteriori dati negativi questa volta sono Carlo Cunegato e Giorgio de Zen, consiglieri comunali con Coalizione Civica, che per primi avevano segnalato la chiusura del centro di Salute Mentale e la sua delocalizzazione a Thiene.

Sotto i riflettori, grazie ad una interrogazione al sindaco Valter Orsi e al Consiglio, i dati allarmanti negli interventi al seno, che vedono Santorso al quarto posto in Veneto ed al 21esimo in Italia per interventi ripetuti a causa della non completa asportazione del tumore alla prima operazione e la richiesta di sapere a quale tipologia tecnologia e data appartenga il mammografo in uso all’ospedale di Santorso e la sua attendibilità.

“Abbiamo analizzato i dati presenti nel Piano nazionale esiti dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari (pubblicazione 2019, con dati relativi al 2017) sul rischio di re-intervento dopo un intervento chirurgico conservativo di asportazione del tumore al seno – spiegano Cunegato e De Zen – In Italia, su 37.200 donne operate con intervento conservativo, in media 2.800, ovvero il 7,5%, devono tornare in sala operatoria entro 4 mesi perché il tumore non è stato asportato radicalmente. Questo indice, significativo di efficienza ed efficacia della prestazione erogata, viene monitorato annualmente dalla Regione, e nei centri specialistici più avanzati va dal 3 al 5%. A Santorso tale indice è del 18,24%. Nella classifica delle 45 strutture con indice superiore alla media esso si posiziona al 21esimo posto, quarto in Veneto. Inoltre, in una inchiesta andata in onda di Milena Gabanelli, si evidenzia come in molte strutture siano ancora attivi mammografi con più di 10 anni di età e come questi siano inadatti ad una tempestiva ed accurata diagnosi del tumore al seno”.

L’interrogazione dei 2 consiglieri si concentra anche sul Centro di Salute Mentale di Schio e la sua riapertura e riporta l’attenzione sui medici che decidono di lasciare l’ospedale di Santorso.

“Nel giugno del 2019 abbiamo sollecitato con un’interrogazione l’attenzione sulla chiusura del Centro di Salute Mentale di Schio. Ciò che è accaduto è molto grave, perché un servizio che garantiva 1500 visite all’anno nel nostro territorio è stato interrotto, di fatto determinando gravi disagi per un’area molto fragile e debole della nostra popolazione. Durante il dibattito estivo, l’Ulss aveva garantito che la chiusura del Csm di Schio sarebbe stata solo estiva ed in un suo intervento nella stampa a fine agosto il sindaco Orsi ha affermato che il Csm riaprirà al più presto (ad Altovicentinonline il sindaco Orsi aveva dichiarato che il Csm avrebbe riaperto entro fine 2019, n.d.r.). Ormai siamo ad Ottobre e, per ciò che ci è dato sapere, il Csm Schio è ancora chiuso. I disagi delle persone con problemi psichiatrici, che spesso hanno problemi di salute e provengono da situazioni di deprivazione materiale, continuano”.

Tre le domande sulle quali si concentra l’interrogazione e alle quali il primo cittadino risponderà nel prossimo consiglio comunale.

“Perché l’Ulss ha parlato di una chiusura estiva del Csm e ad Ottobre il servizio non è ancora stato ripristinato? – è la prima richiesta di Cunegato e De Zen, a cui seguono altre due domande – Visto che lei, sindaco, ha garantito che il servizio riaprirà nella nostra città, quando pensa possa avvenire? E rispetto ai dati preoccupati sul ri-intervento al seno, quali sono le motivazioni di questo risultato? Vengono messi in campo interventi atti a migliorarlo?”

A.B.

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