Ci sono pesci e pesci e a finire nella rete non sono solo loro, ma anche qualche umano.
E’ il caso di Alex Cioni, consigliere comunale di Schio, che ha commentato uno striscione raffigurante un grande pesce appeso sulla facciata della chiesa di ponte dei Nori a Valdagno definendo il parroco don Matteo Menini “un prete sardina”. Il riferimento è naturalmente alla nuova corrente ‘intellettuale’ che furoreggia nelle piazze per contrastare la politica del leader leghista Matteo Salvini, che mai è piaciuta al capogruppo di prima Schio.
Un commento che ha fatto il giro del web e che ha fatto diventare Cioni lo zimbello della politica locale.
Sui social sono scattate le accuse di incompetenza, di pressapochismo, di ignoranza e di incapacità nel ricoprire un ruolo rappresentativo nel consiglio locale. Qualcuno ha anche provato a difenderlo, ma con scarsissimi risultati. Le critiche sono piovute da ogni lato e da più parti la domanda intrinseca era “ma non poteva informarsi?”
La replica di Cioni
“E’ chiaro che mi sono informato prima di commentare, ma ho commesso la leggerezza di non far notare la differenza che c’è tra il simbolo cristiano del pesce con la scritta Ichthýs e quello appeso a Ponte dei Nori. La vera strumentalizzazione è quella del prete, che ha utilizzato un simbolo cristiano e lo ha appeso in chiesa, ma prima lo ha modificato in modo che non fosse assolutamente lo stesso simbolo. Chi è caduto nella rete non sono io, ma tutti quelli che mi hanno accusato di voler vedere sardine dappertutto.
Da tempo a Ponte dei Nori mi avevano segnalato problemi con quel prete perché da tempo si mostrava intollerante nei confronti della politica di Salvini. Per questo, per me e per chi mi ha segnalato il pesce sulla chiesa, il riferimento politico era molto evidente. Oggi fanno tutti i fenomeni criticando me, perché è più facile, nessuno ammette la verità. Il pesce ‘cristiano’ ha una costruzione precisa, con la testa a sinistra. Ho sbagliato a non sottolineare fin da subito la differenza, sottolineando la strumentalizzazione da parte del religioso. Una strumentalizzazione molto sottile ed intelligente da parte del prete e io, non specificando le differenze ho fatto la figura dello sprovveduto, ma non è così. Detto questo, io credo che le figure religiose non dovrebbero fare politica ma se decidono di farla, devono essere disposti ad essere giudicati, criticati ed eventualmente attaccati, come avviene nelle diatribe politiche. Una chiesa non è un mercato, dove si può fare di tutto senza essere giudicati. In ogni caso, questo episodio serve ancora una volta a sottolineare la violenza del web e della sinistra in particolare. Ho ricevuto centinaia di insulti, anche violentissimi. Oggi viviamo nell’epoca della faziosità, non del confronto civile. Per principio oggi c’è la contrapposizione. Io non mi permetterei di offendere e di essere violento con altri, nemmeno se scrivessero cavolate enormi. Alla fine mi hanno fatto anche un favore, perché la figura peggiore l’ha fatta chi mi ha insultato, anche se non avranno mai la forza di ammetterlo. Non mi tiro mai indietro davanti ai confronti, ma le offese non le trovo corrette”.
A.B.