Niente carta d’identità all’immigrato che ha un permesso per asilo politico. Il Comune di Schio, che era stato denunciato proprio dallo straniero, ha agito correttamente secondo il Ministero dell’Interno che ha applicato il Decreto Sicurezza (DL 113/2018 convertito in L. 132/2018) in base al quale “il permesso di soggiorno per richiesta di asilo politico non costituisce più titolo sufficiente per ottenere la residenza”.

Dopo il ricorso del cittadino straniero, che si era visto negare dal Comune di Schio la residenza in quanto in Italia con permesso di soggiorno per motivi umanitari, il Comune di Schio aveva risposto chiedendo al giudice di chiamare in causa direttamente in Ministero dell’Interno. Il quale ha confermato la correttezza dell’operato dell’ufficio comunale scledensi.

“Il divieto di iscrizione all’anagrafe dei richiedenti la protezione internazionale si giustifica proprio per la situazione di incertezza circa i presupposti per il riconoscimento dello status di rifugiato, con conseguenti possibili divaricazioni tra la realtà e le risultanze dei pubblici registri – spiegano dall’amministrazione comunale di Schio – La mancata iscrizione nei registri anagrafici non preclude peraltro ai richiedenti asilo, l’accesso a tutti i servizi erogati sul territorio, quali ad esempio i servizi sanitari o l’esercizio di un lavoro. E’ questo il primo caso a Schio di rifiuto di iscrizione anagrafica ai richiedenti asilo. Sarà quindi la pronuncia del Giudice a costituire un utile strumento per gli uffici al momento dell’esame delle domande che dovessero essere presentate d’ora in poi agli sportelli anagrafici”.

di Redazione Altovicentinonline

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