La solidarietà bussa a Schio alla porta dei Consumatori Italiani Uniti. Con l’impegno dei ragazzi di Soliderité Identités, associazione di volontariato internazionale, 12 famiglie italiane hanno ricevuto un pacco alimentare. Persone che fino all’ultimo, nonostante giorni e settimane difficili, dicono che ‘va tutto bene’. Anche se in tasca non ce l’hanno più il soldo per comperare pane o latte. “Ma che nonostante tutto cercano di mantenere la dignità: è tipico delle gente italiana”, spiega Dario Peripoli presidente dell’associazione consumatori scledense.

Dodici buste della spesa consegnate a altrettante persone che, spesso, si vergognano a chiedere aiuto. “Persone che, nonostante la crisi che stanno vivendo, conservano la loro dignità-spiega Dario Peripoli, presidente di C.I.U di Schio- Persone che, vincendo il proprio pudore, chiedono aiuto e che sono in aumento. Con i volontari di Solid Onlus abbiamo iniziato a collaborare dal novembre dello scorso anno e le richieste di aiuto, ad oggi, da parte di persone italiane che non ce la fanno più sono raddoppiate”.

“La nostra è un’associazione di volontariato internazionale che ha sede a Roma e che, con proprie missioni umanitarie, opera anche in Birmania, Kosovo, Kenya, Sud Africa, Siria e Palestina-spiega Umberto, volontario dell’alto vicentino di Solid Onlus-Ogni settimana raccogliamo nei supermercati del territorio i beni di prima necessità, che poi imbustiamo e consegniamo. Una rete di solidarietà che si sta allargando sempre più, raccogliendo quelle famiglie in difficoltà lasciate sole dalle istituzioni. Oggi siamo qua a Schio, grazie alle segnalazioni che abbiamo ricevuto da Dario, consegnando i 12 pacchi alimentari: 4 dei quali abbiamo portato direttamente a casa delle persone. Siamo tutti volontari: uomini e donne che impiegano il proprio tempo per dare una mano alle persone italiane in difficoltà. Madri e padri di famiglia, ma non solo. Anche persone con disabilità grave. A loro, consegnando questa busta della spesa, cerchiamo non solo di dare un aiuto materiale come il pacco di pasta o l’olio, ma cerchiamo di fare sentire loro quella presenza che spesso manca nelle istituzioni che dovrebbero seguirle”.

Lì dove la vergogna blocca una persona a dire che non ce la fa a mettere un piatto di minestra sul tavolo, arriva quindi la solidarietà. Come quella dei volontari di Solidarité Identités che, come spiega ancora Umberto “ci stacchiamo dal perbenismo di facciata e ci rimboccano le maniche”, si danno da fare in questa loro campagna sociale: imbustando quanti più pacchi alimentari possibili e cercare le persone a cui destinarli. “Per questo facciamo volantinaggio e per allargare la nostra ricerca ci affidiamo a chi sul territorio segue queste persone per svariati motivi, come fa Dario Peripoli con Consumatori Italiani Uniti”.

P.V.

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