Non si placano le discussioni a seguito dell’incontro pubblico che si è tenuto giovedì sera a Schio e che avrebbe dovuto fare chiarezza sulla neonata Ulss 7 Pedemontana e la nuova sanità. Un appuntamento importante, che non ha chiarito i tanti dubbi e ha lasciato l’amaro in bocca, perché l’unico concetto cristallino emerso dalla serata è che chi dirige la sanità, la considera  business.

Questa volta a prendere la parola sono Federico Martelletto e Luc Thibault a nome di Usb (Unione dei Sindacati di Base), preoccupati che dal 2018 in poi i reparti e il personale subiscano modifiche e tagli importanti.

“Se stiamo alle parole  e all’accordo regionale, per il 2017 tutto rimane fermo – hanno spiegato Martelletto e Thibault – Le uniche riorganizzazioni riguardano la dirigenza e gli uffici amministrativi, poi dal 2018 si passa alla rideterminazione dei servizi e del personale”.

I dubbi che sorgono sono leciti, visto che sia il dg Giorgio Roberti, sia il sindaco di Schio Valter Orsi, hanno espresso un concetto in modo molto chiaro: “Non vi diciamo che va tutto bene, perché non va tutto bene. Anche noi siamo preoccupati”, anche se di fatto, non si  è concretamente capito di cosa siano preoccupati’. Perchè non ce l’hanno spiegato?

Che la sanità sia concepita come business è diventato chiaro, complici soprattutto le parole del dg Giorgio Roberti, che ha detto di preferire la parola ‘azienda’ per definire l’ospedale. E complice l’affermazione del sindaco Valter Orsi, che dopo aver biasimato il project financing che ha permesso la realizzazione dell’ospedale a causa dei costi troppo elevati, l’altra sera lo ha definito “una garanzia, perché i privati che hanno investito devono rientrare dell’investimento”.

RobertiE Usb, che insieme a Valter Orsi in campagna elettorale aveva chiesto a gran voce lumi e dettagli del project financing e aveva preteso che non ci fossero ‘ombre’ sull’eccellente sanità veneta, ora vuole chiarezza.

Se si parla di azienda invece che di ospedale è comprensibile che un fondo inglese acquisti il project financing, in quanto è redditizio – hanno sottolineato Martelletto e Thibault – Business insomma. Ma che cosa c’entra tutto questo con il diritto alla salute costituzionalmente sancito? L’assemblea dell’altra sera a Schio è stata emblematica delle posizioni in campo ed è comprensibile il disorientamento dei cittadini e dei dipendenti dell’ospedale presenti”.

Al Lanificio Conte infatti si è parlato di economia: azienda, riordino delle Ulss e project financing. Ma non si è spesa una parola certa su che fine faranno i reparti, sulla permanenza del punto nascite, sui primari e il personale e sulle cose che ricadono nel quotidiano dei cittadini.

“Rimangono incognite sia sui reparti che sul personale – hanno commentato Martelletto e Thibault, lamentando di non essere stati invitati all’incontro di giovedì – L’altra sera  Usb non è stata invitata, si è voluto restare  nell’ambito dei soliti noti e a quanto pare Cgil-Cisl-Uil non hanno profferito posizione. Strano che abbiano lasciato fuori proprio noi, che abbiamo manifestato, lottato e  denunciato con l’attuale sindaco. “

Usb si dice d’accordo con la scelta dei sindaci della ex Ulss 4 di chiedere due Ulss per il vicentino accorpando la 4 alle 3 bassanese.

“Ad un patto però – hanno concluso Martelletto e Thibault – I servizi per i cittadini vanno mantenuti e potenziati e tutti i territori hanno pari dignità e nessuno deve essere penalizzato. I lavoratori  che in questo momento soffrono  di carenza di personale, di contratti fermi da 9 anni non devono essere considerati dei pacchi da spostare. Abbiamo chiesto in regione,  nell’incontro con Domenico Mantoan (dirigente regionale alla Sanità e al Sociale), che  la Regione liberi subito le Ulss dai lacci che impediscono le sostituzioni e le nuove assunzioni. Come sindacato vogliamo impedire  che  servizi e personale vengano penalizzati  e spostati. Infine – hanno concluso – Zaia aveva promesso la rinegoziazione del project ma non se ne è fatto più nulla. Dalla  rinegoziazione i milioni risparmiati devono restare nel territorio”.

Anna Bianchini

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