“Amami o odiami, entrambi sono in mio favore. Se mi ami sarò sempre nel tuo cuore. Se mi odi sarò sempre nella tua mente”. Lo diceva William Shakespeare nel ‘Sogno di una notte di mezza estate’, ma potrebbe essere la colonna sonora del rapporto tra Alex Cioni, portavoce del movimento Prima Noi, e Carlo Cunegato, leader in consiglio comunale di TesSiamo Schio.
Due posizioni diametralmente opposte sul tema profughi e sicurezza, che non perdono occasione per punzecchiarsi.
Ieri è stato Cioni ad accusare Cunegato di non avere l’attitudine per essere un bravo amministratore, in quanto, “sostenendo che i crimini sono in calo evidenzia di vivere in una dimensione parallela”.
Oggi la palla passa a Cunegato, che replica: “Pensavamo che l’ossessione di Cioni fossero i richiedenti asilo. Adesso sappiamo che ne ha un’altra: io. Non passa ormai giorno in cui il leader di Prima Noi non mi riservi un comunicato. Devo dire che questo mi mette ansia: diventare così importante per una persona significa avere grandi responsabilità. E’ ormai evidente che ad ogni episodio di cronaca Orsi e Cioni escono con un comunicato congiunto. Il caso diventa l’occasione per colpirmi, Orsi va di fioretto e Cioni usa il machete, poliziotto buono e poliziotto cattivo assieme amorevolmente.
Cioni ha affermato che io non posso essere un buon amministratore perché nego che ci siano problemi di sicurezza nel nostro territorio. Niente di più falso, perché io non ho mai fatto simili dichiarazioni. Ho rivendicato tuttavia un modo di discutere e di analizzare la sicurezza diverso da quello dominante. Questo perché ritengo che quando si parla di sicurezza ci sia una duplice responsabilità. Da una parte bisogna conoscere in maniera rigorosa quel che accade nel territorio per affrontare i problemi con cognizione di causa ed intervenire per rendere il territorio più sicuro. Dall’altra è necessario essere cauti per non creare, quando non ce n’è bisogno, un senso di paura che peggiora l’esistenza dei cittadini e la qualità della vita dei nostri territori. Secondo me, la discussione sulla sicurezza dovrebbe partire dai dati e non inseguire l’onda emotiva dei casi di cronaca. Ovviamente questa posizione è diversa da quella di Orsi e da quella di Cioni. Infatti quando questa estate ho inviato un’interrogazione scritta al sindaco chiedendo quali fossero stati i reati compiuti (omicidi, rapine, furti, scippi, borseggi, casi di spaccio) divisi per anno negli ultimi 10 anni, quale è stata la risposta del sindaco? ‘Non lo so’. Ma come fa un sindaco a risolvere un problema se non lo conosce e lo tiene monitorato? Forse non interessa realmente diminuire l’insicurezza, ma basta il consenso. Un approccio come quello che propongo non mi sembra figlio di “tesi terzomondiste”, come afferma l’anti richiedenti asilo, ma di una esigenza di conoscenza razionale e responsabile. Se ho il quadro della situazione posso commentare cum grano salis, altrimenti le mie sono solo strumentalizzazioni politiche. Il questore mi ha mandato i dati e, nella sua dichiarazione aveva detto che i richiedenti asilo non avevano commesso reati. Poi ci sono stati i due casi di spaccio che sono stati fortunatamente scoperti dalle forze dell’ordine. Con i numeri in mano posso dire che nel 2017 ci sono stati 10 episodi di spaccio finora a Schio. Molto di più dei 2 casi del 2014, che rappresentano il minimo degli ultimi 10 anni, ma molto di meno dei 16 del 2010 e del massimo dei 18 del 2009. Le due rapine a Nico e al Wild West sono stati due eventi di una violenza brutale. Questo significa che Schio è diventato una specie di Bronx? Alcuni commenti e la reazione emotiva al fatto di cronaca potrebbero farlo pensare. Invece fino al 31 Agosto c’erano state solo 2 rapine, molto meno delle 11 del 2007 o delle 12 del 2009. Questo significa che va tutto bene? No. Avrei potuto dire che nel 2016 i furti anno raggiunto il culmine con 780 episodi e attribuire, visto che la tendenza nazionale era verso la diminuzione, populisticamente la colpa al sindaco. Non l’ho fatto, non solo perché non penso che sia colpa di Orsi, ma anche perché dal 2007 i furti oscillano sempre, senza una logica da un massimo del 2016 al minimo di 483 nel 2010. Quest’anno al 31 agosto erano 348 che, facendo una proporzione sull’anno, fanno 522. Quando il Maresciallo Asciolla andò in pensione nel 2015, dopo anni di onorato servizio ci invitò a non esasperare i toni, perché il nostro territorio era molto più sicuro di altri. Stranamente nonostante il maresciallo facesse un ragionamento simile al mio, Cioni non dichiarò la sua posizione “pericolosamente ideologica”. Guardando i dati sui reati a Schio negli ultimi 10 anni vediamo oscillazioni continue senza una tendenza precisa. Continuiamo a monitorare per rendere il territorio più sicuro, ma non creiamo paure suppletive nei nostri concittadini solo per guadagnare qualche voto”.
A.B.