“Il governo deve avere le palle e imporre l’obbligo vaccinale, non può scaricare sulle aziende la responsabilità di controllare i dipendenti e sostituirli se non hanno il green pass. Il mondo del lavoro rischia il collasso, la politica non può aspettare oltre”.

La minaccia è che lasciando a casa personale che non ha il green pass, opere pubbliche come ponti e strade rimangano bloccati per mesi, che la sanità si fermi e non ci sia personale per curare i pazienti, che imprese edili chiudano i cantieri, che negozi non aprano, che le aziende spengano le macchine. Lo sostiene da tempo Luigi Schiavo, presidente Ance Veneto, industriale scledense ed esponente di Confindustria. Uno dei primi a vaccinarsi già lo scorso maggio e a scaricare il green pass, ma anche uno dei primi a denunciare “che il green pass non è una cosa giusta nel mondo del lavoro, è un ricatto a chi non si vaccina fatto perché la politica non fa la sua parte. Il governo non ha il coraggio di imporre l’obbligo vaccinale in un contesto di pandemia e getta la responsabilità sugli imprenditori e sulla società civile”.

La protesta dei ‘no green pass’, sfociata in atti di violenza contro la sede della Cgil a Roma, ha aperto ulteriormente gli occhi sulla situazione di tensione sociale che si è venuta a creare. Con gran parte della popolazione vaccinata e ‘certificata’, ma con ancora troppe persone che, contrarie ad un vaccino che non è obbligatorio, si sono dette disposte a rimanere a casa dal lavoro. E nonostante le istituzioni dichiarino che il vaccino ha coperto oltre l’80% della popolazione, il mondo del lavoro rischia lo stallo a causa di chi il vaccino lo ha, legittimamente, rifiutato.

“Ci sono aziende che contano numerosi dipendenti non vaccinati – ha spiegato Schiavo – La legge dice che il titolare deve far lavorare solo chi ha il green pass e con inconcepibile leggerezza dicono di sospendere chi non ce l’ha. Ma si rendono conto che in questo caso ci sono aziende che non possono lavorare e devono fermarsi? E’ inconcepibile che non si metta in conto la conseguenza gravissima di una scelta che scarica sugli imprenditori responsabilità che non sono loro”.

Da tempo l’imprenditore e i colleghi denunciano un altro aspetto, fondamentale per la ripartenza e che va a peggiorare il contesto in cui si trovano le aziende: la carenza di personale qualificato. “Prendiamo ad esempio un’azienda edile – spiega l’esponente di Confindustria – Se io lascio a casa dipendenti mentre sto costruendo un ponte a Schio e non riesco a rimpiazzarli perché non si trova personale, devo per forza fermare il cantiere. Un muratore non lo trovo in 10 minuti e se non è del mestiere serve tempo per formarlo. Questo significa che il ponte rimane fermo settimane, la gente si lamenta, il traffico va in tilt. Significa che la tensione sociale aumenta, che i cittadini si ribellano. Io parlo di Schio, ma è ovvio che questo riguarda tutta Italia, ogni singolo Comune, le grandi città, le vie di massimo traffico. Immaginiamo si fermino gli ospedali, le scuole. E’ una cosa che sta per succedere, non è un’ipotesi remota. Se il vaccino non diventa obbligatorio, se si continua con questa assurdità del green pass, questo succederà prestissimo. La politica deve agire”.

Secondo l’imprenditore l’unica soluzione è che il governo applichi quello che da tempo in molti chiedono: l’obbligo vaccinale. “Se il vaccino non è obbligatorio, esiste di fatto l’autorizzazione a non vaccinarsi. Di conseguenza, ‘punire’ chi non è vaccinato non è giusto – ha evidenziato Schiavo – Con il vaccino libero il green pass diventa automaticamente un ricatto che non si può tollerare nel mondo del lavoro. Va bene per andare a mangiare la pizza o al cinema, ma il lavoro, che prevede diritti e dovere, ha regole che non posso essere assoggettate a ricatti. Il governo non può pretendere che un imprenditore imponga il vaccino ai suoi dipendenti quando lo stesso apparato politico, con l’Istituto Superiore della Sanità e la politica non ha il coraggio di imporre l’obbligo vaccinale, allora deve togliere il green pass dai luoghi di lavoro”.

Anna Bianchini

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