Rimane ferma ‘al palo’ la mastodontica entrata di Porta Venezia, nel lato sud di Schio, completamente accessibile a chiunque voglia entrare a farsi un giro e in totale mancanza di sicurezza.
Un’opera imponente, da oltre 6 milioni di euro di opere di urbanizzazione (finanziati per 3milioni e 700mila euro dal comune e il resto da privati) e 47mila metri di superficie, iniziata nel 2004 con la bonifica bellica, proseguita nel 2005 con la realizzazione del parcheggio e proseguita con lo sbancamento e la realizzazione delle strade e del percorso ciclo-pedonale e l’apertura dei sottopassi. Da lì, la realizzazione di un’area da destinare ad uso abitativo e una commerciale, che al momento giace abbandonata come una cattedrale nel deserto.
L’allora sindaco di Schio Luigi Dalla Via l’aveva definita “Il nuovo ingresso alla città, con una rivoluzione della viabilità che Schio inseguiva da anni. Con uno snodo stradale moderno, in grado di coniugare funzionalità infrastrutturale e impatto urbanistico”. E secondo i costruttori, finiture di pregio e materiali scelti nel pieno rispetto dell’ambiente e per garantire il miglior confort avrebbero dovuto completare una costruzione ‘da sogno’.
Che la ‘Nuova Porta di Schio’ fosse una creazione impattante è stato chiaro fin da subito, con tanto di pareri a favore e contrari, come si conviene davanti ad un’opera ‘rivoluzionaria’.
Ma che quest’opera così imponente sarebbe finita in stallo, imprigionata tra fallimenti e abbandoni, riprese dei lavori e sospensioni, se lo aspettavano in pochi. Ma ora è così: un gigante di vetro, ferro e cemento dove chiunque può entrare. Dove all’interno si trovano abbandonati bombole del gas (piene), colla, mattoni, sacchi di cemento, ferri del mestiere. Dove, se qualcuno cerca riparo per non dormire sotto la pioggia, se qualcuno vuole litigare, oziare o farsi male, ha tutto lo spazio e la privacy per farlo.
All’interno infatti già si contano bottiglie abbandonate e rimasugli di qualche pranzo ‘al sacco’, segno evidente che qualcuno si è accorto dell’accessibilità dell’area.
Ad aggiungere beffa al danno, quella costruzione gigantesca, dotata di vetrate che sovrastano il cavalcavia, manca completamente di sicurezza. Porte aperte, vetri mancanti (o appositamente non installati) al di sopra della strada, materiale infiammabile e scale, costtuiscono un pericolo qualora qualcuno avesse brutte intenzioni.
Una ‘patata bollente’ nel vero senso della parola, che è passata dalle mani di un’amministrazione comunale ad un’altra e che ora, in attesa di vedersi completata, attende almeno di essere messa in sicurezza.
Anna Bianchini