Hanno rispettato le regole di prevenzione del covid, messo in atto tutte le precauzioni, studiato i migliori metodi per accogliere i giovanissimi alunni della Scuola per l’Infanzia. Il tutto per fare in modo che il diritto allo studio e all’istruzione non venisse negato a quei 120 bambini e non mancasse il supporto alle loro famiglie. E i bambini hanno risposto alla grande: rispettando i limiti, igienizzandosi le manine, tenendo le distanze e rispettandosi l’un l’altro. Come e molto meglio dei grandi. Per poi sentirsi dire che non è servito a nulla.

Con la chiusura obbligata è frustrante vedere i loro sforzi ed il loro impegno vanificati, ma soprattutto il personale sente sia doveroso lanciare un messaggio chiaro alle istituzioni: “L’istruzione non vale meno della salute, un diritto non può negare un altro diritto”.

Il personale della Scuola dell’infanzia e nido integrato Sacro Cuore di Schio, unitamente al presidente Giuseppe Sola, hanno preso carta e penna per rendere pubblica una testimonianza, che potrebbe essere anche uno stimolo per chi prende le decisioni: “Dobbiamo far coesistere diritto alla salute e diritto all’istruzione, noi ci stavamo riuscendo. Come facciamo a spiegare ai bambini che i loro sforzi non sono serviti a nulla?”

La lettera

Siamo nuovamente giunti a dover chiudere i battenti della nostra scuola, come un anno fa, senza che chi è al Governo abbia fatto tesoro di ciò che è stato distrutto e difficilmente ricostruito, lavorando sodo e attenendoci a tutte le misure di sicurezza, a partire da giugno 2020. La nostra scuola dell’infanzia e nido integrato ospita due sezioni di età 3-36 mesi e quattro sezioni di età 3-6 anni, per un totale di circa 120 bambini che si sono visti togliere ancora una volta il diritto all’istruzione, mentre i loro genitori nel corso di un fine settimana si sono trovati a dover riorganizzare la gestione famigliare e la cura dei loro figli perché da lunedì, quando sono tornati al lavoro, noi, come scuola, non siamo potuti essere al loro fianco. Non eravamo lì, pronti ad accogliere i bambini anche se, lo abbiamo detto, il loro è un diritto. Quindi, non per volere nostro, questo diritto è stato loro negato, calpestato da un altro, evidentemente considerato più importante: quello alla salute. Noi non negheremo mai l’importanza della salute, ma qualcuno sta negando l’importanza dell’istruzione. Ci chiediamo se è giusto che un diritto ne violi un altro, ci chiediamo se è lecito che chi prende le decisioni non provi nemmeno a far coesistere questi diritti. Noi ci stavamo riuscendo. Come avete fatto a non vederlo? Dobbiamo dirlo, siamo amareggiati. Ancora di più, siamo arrabbiati. Abbiamo fatto tutto quanto necessario, siamo stati ligi a tutte le regole, abbiamo adottato tutte le accortezze del caso e, cosa più importante, ancora migliori di noi sono stati i nostri bambini. Che siamo stati tutti bravi non lo diciamo noi, si evince da tutti i nostri registri di classe: mai come quest’anno sono stati tutti presenti con così tanta assiduità, gli scorsi anni scolastici accadeva di trovare classi decimate da malanni di stagione, quest’anno no. Frequentissimi i “Che bello siamo tutti presenti anche oggi!”. Le assenze sono state tutte brevissime, un paio di giorni e poi di nuovo a scuola, oltretutto mai si è verificato un caso di uno dei nostri bimbi positivo al Covid. Come lo diciamo noi ai bambini che i loro sforzi non sono serviti a nulla? Che tutte le promesse fatte non possiamo ancora esaudirle? È così che li ripaghiamo di tutti gli abbracci e i baci non dati? Per tutte le volte che abbiamo detto loro “Bambini sapete che non ci possiamo abbracciare e baciare, dobbiamo essere pazienti…”. Loro sono stati pazienti e ora? Voi non avete visto con quanta cura si sono igienizzati le manine ogni mattina, fino a farsi venire la pelle secca e consumata, hanno atteso sulla porta porgendoci i palmi ben conoscendo la nuova e invasiva routine. Hanno misurato la temperatura, pronti, sorridenti e desiderosi di quella socialità che è stata tolta loro, nuovamente. Ci hanno guardati per mesi interpretando i nostri visi attraverso mascherine e visiere, si sono affidati a noi in alcuni casi senza conoscere il nostro viso per intero, sono stati coraggiosissimi! Hanno accettato i limiti imposti dalle bandierine appese al filo che divide il loro amato giardino, salutandosi o facendo amicizia stando distanti, guardandosi oltre la cordicella tesa, improvvisando gare di corsa senza un abbraccio per concludere la sfida. Hanno rispettato con rigore i turni per l’utilizzo di alcuni spazi comuni, limitando ogni contatto con chi non apparteneva alla loro sezione. Ci addolora vedere tutto quello che sta accadendo, consci che alla loro età avvengono cose meravigliose e importantissime nell’incontrare gli altri, fioriscono personalità e capacità sociali, sono campioni di imitazione e di sperimentazione, a scuola ne hanno l’occasione e si sentono più grandi, imparano a fare da soli, guardando gli altri spuntano nuove idee, sbocciano amicizie indelebili, quanti di noi ancora oggi ricordano quell’amico o quell’amica della scuola dell’infanzia? I nostri bimbi quest’anno sono stati ancora una volta bravi, perché non hanno potuto incontrare gli amici nelle altre sezioni, ma hanno accettato tutto ciò che gli adulti hanno stabilito, fiduciosi che seguendo le regole e facendo come veniva richiesto prima o poi tutto sarebbe tornato come prima. Adesso si trovano nuovamente senza la loro scuola, ancora una volta senza aver potuto salutare insegnanti e compagni, inaspettatamente. Ci era stato detto che la fascia d’età 0-6 anni non avrebbe più subito uno stop tragico come nella primavera del 2020, ci eravamo sentiti rincuorati nell’apprendere questa notizia, ci eravamo detti che forse era stato palese il danno subito dai più piccoli. È stata un’illusione e ora vediamo di nuovo i visi spaesati dei nostri bambini attraverso uno schermo, chiediamo ancora di essere pazienti, diciamo loro che tutto questo durerà poco, ma mentre lo diciamo abbiamo il timore di star raccontando loro l’ennesima bugia. Solo chi non conosce il valore della scuola può pensare di chiuderla, basandosi su numeri che peraltro nemmeno ci contemplano visto che, ve lo abbiamo detto, siamo stati bravi. Ogni tanto qualcuno in politica si fa forte di parole come “la centralità della scuola”, dov’è la centralità? In quale centro la state ponendo? La scuola oggi ha un valore inestimabile, si è evoluta decennio dopo decennio e oggi risponde ai bisogni delle famiglie, ma soprattutto a quelli dei bambini, nessun altro ambiente permette una crescita tanto completa e ricca di relazioni significative con gli adulti, ma in particolare con i pari. Il nostro lavoro è insegnare ai nostri bambini quanto è bello condividere, quanto è bello fare squadra stando assieme, qual è il valore di un bacio e di un abbraccio, quest’anno li abbiamo disorientati chiedendo loro di evitare tutto questo. Cos’altro dobbiamo chiedere loro? Di crederci ancora? Non vogliamo più false promesse, chiediamo solo di essere ripagati per il nostro impegno, non per noi, ma per loro”.

A.B.

(foto dal web o precedenti al periodo covid)

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