Teatro gremito a Schio per Kip Thorne, lo statunitense premio Nobel per la fisica, considerato l’ “Enstein dei nostri tempi”.

Novecento  le persone presenti all’Astra, tanti gli studenti dell’alto vicentino accorsi in teatro “non potevamo perdere questa occasione unica, avendo a due passi da noi il decano degli astrofisici americani”, così due studenti liceali ancora prima di mettere piede in teatro.

Thorne ha letteralmente tenuto col fiato sospeso l’intera platea, tra buchi neri, onde gravitazionali e curvature spazio temporali, illustrando il fenomenale lavoro svolto per arrivare a costruire l’attuale interferometro Ligo che, il 14 settembre del 2015, ha rilevato la prima onda gravitazionale.
Tra i parallelismi con il film Interstellar di Christopher Nolan, di cui il Nobel è stato consulente scientifico, ha spiegato le aspettative future con le versioni tecnicamente avanzate di Ligo, auspicando di vedere le onde gravitazionali, sfociate alla formazione dell’universo, nell’arco temporale da anni a decenni.
Con l’onestà intellettuale pari al proprio talento, Thorne difende il lavoro della sua squadra che, assieme a lui, ha dato la ‘caccia’ all’onda gravitazionale: “All’assegnazione del Nobel, mi sono battuto affinché lo vincesse tutto il team Ligo, perché se siamo arrivati a certe scoperte è grazie al gruppo”.

thorne a schio
Nel corso dell’“Exploring the Universe with gravitational waves : from the Big Bang to black holes“, organizzata dal gruppo Astrofili di Schio, il sindaco Valter Orsi ha donato al fisico teorico una spilla: “ Quella del Tessitore, simbolo della nostra città”, così ha commentato emozionato sul palco, mentre omaggiava Thorne.
Non sono mancati gli interventi del pubblico, con domande che il fisico si è visto fare da alcuni studenti selezionati, ai quali ha sottolineato di non dimenticare mai la passione ed il divertimento che una professione deve in loro stimolare: “La scienza mi diverte – ha spiegato Thorne – Ed aveva ragione mio nonno quando mi diceva che se trovavo un lavoro che per era come un gioco, avrei avuto successo”.
Tra nozioni scientifiche, dimensioni oniriche di universo, galassie e Bing Bang, Thorne si è soffermato sui tanti giovani presenti tra il pubblico, spronandoli ad inseguire i propri sogni: “A uno studente che desidera intraprendere una carriera scientifica dico di seguire solo ciò che gli piace. Fare scienza può essere molto difficile e richiede dedizione e duro lavoro. Deve piacervi e divertirvi”.
A.Bo

 

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