Nel Centenario del Milite Ignoto gli studenti dell’Itis De Pretto e del Cfp Salesiani di Schio sono saliti lungo la Strada delle 52 Gallerie sul monte Pasubio per rendere omaggio ai soldati morti per difendere la Patria. “Fare la nostra parte nella società in cui viviamo, partecipare alla vita della comunità, essere solidali e tutelare la democrazia”. Questo è il dovere dei giovani secondo Alessandro Maculan, assessore scledense che ha affiancato i ragazzi durante la salita e che ha voluto evidenziare che “l’escursione è rivolta non solo ai giovani, ma soprattutto a quel ragazzo sconosciuto, che ha perso la vita per il suo Paese” .

Il via ufficiale alle celebrazioni, che continueranno fino a fine ottobre, è stato dato con lo svelamento della targa dedicata al Milite Ignoto nella Chiesetta di Santa Maria sul Pasubio.

“Vogliamo rendere omaggio ai cento anni dalla sepoltura del Milite Ignoto a Roma all’Altare della Patria con una targa dedicata ad un ragazzo, con sogni, speranze, futuro, paure, un ragazzo che non voleva morire ma che voleva vivere come noi tutti – ha sottolineato Maculan – Ha trovato la morte in battaglia senza poter esser stato neppure identificato, senza poter essere chiamato con un nome e un cognome. Ignoto. Ma non il suo valore, il suo coraggio e il suo onore, qualità che hanno forgiato l’Italia, per la prima volta davvero unita nell’affrontare un conflitto epocale, un massacro senza precedenti per l’Europa e per il mondo. Grazie a tanti altri ragazzi come lui il Pasubio fu il perno che tenne con il fiato sospeso il Paese durante la guerra, mai caduto in mano nemica a qualsiasi costo e sacrificio perchè come ben ricorda la nota targa della Brigata Liguria ‘Di qui non si passa’, e così fu. Oggi è necessario far sì che il suo ricordo non sia solo un ricordo, dobbiamo far sì che il suo spirito viva nei cuori delle nuove generazioni”.

Secondo il giovane assessore scledense, insegnante che conosce i ragazzi, il modo giusto per i giovani per fare la propria parte è essere impegnati nella difesa di quei diritti e doveri conquistati, nella difesa quotidiana della democrazia, nella partecipazione alla realtà sociale nell’impegno per un associazionismo attivo e nel volontariato che tengono in piedi molti servizi essenziali alla popolazione, nell’interesse per ciò che accade al prossimo e non solo a ciò che accade a noi.

“Partecipare è il solo imperativo – ha sottolineato Alessandro Maculan – Essere parte della polis, essere partecipi e persuasori del processo decisionale per non essere rispetto ad esso passivi, per non solo subirlo e basta. Non smettiamo mai di interessarci alla politica, nel senso nobile del termine; per quanto noiosa, lontana, corrotta, antipatica, vecchia possa essere, perchè quando nessuno di noi si interesserà più alla politica sarà la politica ad “interessarsi” a noi, e questo, storicamente, non ha mai portato a nulla di buono. Penso che sia questo quel piccolo sacrificio al quale siamo tutti chiamati”.

A.B.

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