Avere 17 anni ed essere catapultato da un’aula del Garbin fino al cuore della centrale operativa del Cern in Svizzera. E’ capitato a Marco Fabrello studente dell’Ipsia Garbin di Schio.

Un viaggio all’interno del più grande laboratorio mondiale di Ginevra, che Marco e altri sette studenti hanno ricevuto in premio dal Comune di Schio, assieme all’associazione Distretto della Scienza, accompagnati in territorio elvetico dal sindaco Valter Orsi e da Barbara Corzato assessore alle politiche giovanili.

Un sogno che diventa realtà per il brillante studente della 4^ c indirizzo manutenzione e assistenza tecnica apparati-impianti dell’istituto scledense: “Una grande emozione anche trovarsi nel luogo in cui, vent’anni fa, fu creato il www (World Wide Web) con lo scopo prioritario di diffondere e condividere con gli altri laboratori di ricerca mondiali i dati rilevati e i risultati conseguiti – spiega entusiasta Marco al ritorno dalla trasferta svizzera – Fu un’idea ambiziosa nata per potenziare al massimo le conoscenze su un universo quasi totalmente inesplorato che ci riserva ancor oggi milioni di domande. Ed è altrettanto affascinante pensare agli esiti rivoluzionari che ha portato l’introduzione del web nel nostro piccolo mondo”.

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Luoghi solitamente inaccessibili al pubblico, sono divenuti la meta degli 8 studenti del Garbin, grazie al ‘lasciapassare’ ottenuto da una nota azienda di Schio che, in collaborazione col Cern, ha realizzato un criostato per la rilevazione delle onde gravitazionali.
“All’interno di questa sala sembrava di trovarsi in una stazione spaziale, di essere stati catapultati in un nuovo pianeta, una sensazione indescrivibile- continua nel suo racconto Marco – Entusiasmante anche aver visto in diretta, attraverso uno schermo, l’interno della stazione spaziale orbitante dove molti ricercatori fanno studi sperimentali sulla materia oscura. Ogni stabilimento che abbiamo visitato era preposto a un compito specifico, dove si costruivano i componenti per gli acceleratori, dove veniva effettuato il collaudo e dove l’installazione”.

Un giorno con i ricercatori del Cern che difficilmente gli otto studenti del Garbin potranno dimenticare, compreso il momento del pasto consumato tra i ‘camici bianchi’: “Abbiamo avuto la fortuna di poter pranzare nella mensa dei dipendenti del CERN con più di 10000 ingegneri e ricercatori provenienti da più di 100 nazioni diverse – continua – Stare a tavola in questa enorme comunità che lavora per l’innovazione scientifica è stata una sensazione eccezionale”.

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Dove vige un solo scopo, la ricerca, Marco e i suoi compagni hanno potuto nutrire le loro menti in una comunità dove il ‘conoscere’ è ossigeno: “Un luogo dove i confini non hanno più senso e quello che conta è la comunità del sapere”.

Paola Viero

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