Una cerimonia sobria e molto sentita quella del 2 giugno a Schio. Non solo per il valore istituzionale legato alle celebrazioni del Paesi ma anche per l’emozione che ha accompagnato la consegna di due medaglie d’Onore conferite dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a due militari scledensi deportati nei lager nazisti.

A ritirare il riconoscimento Gilberto, Luciano e Nerio Dalla Vecchia, figli di Bruno Dalla Vecchia (nato a Schio nel 1922 e deportato in Germania dall’ottobre del 1943 all’agosto del 1945), e Nicetto e Sofia Ancetti, figli di Argirio Ancetti (nato nel 1924 e deportato dall’ottobre del ’44 al settembre del ’45).

“La Repubblica italiana ha voluto riconoscere il sacrificio dei propri cittadini deportati e internati nei lager nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, concedendo una “medaglia d’onore” a questi coraggiosi. La medaglia, al dritto porta lo stemma della Repubblica Italiana con attorno la scritta “Medaglia d’Onore ai cittadini deportati e internati nei lager nazisti 1943–1945” e al rovescio, dentro a un cerchio di filo spinato spezzato che rappresenta la libertà ritrovata dal nazifascismo, è inciso il nome dell’internato o deportato – ha spiegato il Sindaco Valter Orsi, durante la cerimonia in Municipio –. Il conferimento delle Medaglie d’Onore è un’occasione per far emergere dall’oblio una delle più significative pagine della nostra recente storia, nonché un momento di collettiva riflessione”.

Le celebrazioni per la Festa della Repubblica sono proseguite in Piazza Rossi, nel rispetto delle misure anti Covid e alla sola presenza delle autorità civili e militari e le associazioni combattentistiche e d’arma. Dopo l’alzabandiera è intervenuto il Sindaco: “Settantacinque anni fa nasceva la Repubblica Italiana e veniva riconosciuto il diritto di voto alle donne. Quello che noi oggi diamo per scontato è frutto del grande sacrificio di molti. Dalla Repubblica nascono importanti valori come la libertà di espressione e confronto. Una libertà che deve essere sempre accompagnata da un altro grande valore che spesso viene meno, ovvero il rispetto dell’altro individuo e delle idee altrui. Rispettare le idee degli altri non vuol dire non confrontarsi. Il confronto è necessario, ma deve concentrarsi sui temi. Negli ultimi anni siamo passati dal confronto sui temi all’odio nei confronti delle persone. Questo non segue l’esempio di chi ha dato la vita affinché oggi potessimo vivere in uno stato democratico. Come adulti chiediamoci ogni giorno quali sono i valori che abbiamo ricevuto e quali siamo in grado di trasmettere ai giovani. La cerimonia di oggi non deve essere considerata un atto formale, ma è un atto di impegno che ogni cittadino deve volgere alle prossime generazioni per far in modo che chi ha sacrificato la propria vita per noi non l’abbia fatto inutilmente”.

Alla cerimonia in Piazza Rossi era presente anche la sindaca del Consiglio Comunale dei Ragazzi, Alice Rossetto: “Con l’inserimento dell’educazione civica nel programma scolastico abbiamo avuto modo di conoscere e analizzare la Costituzione Italiana, scritta tra il giugno del ’46 e il gennaio del ’48. La Costituzione è un grande libro di vita che impegna ogni cittadino a essere sempre al meglio di se stesso. Tutti i verbi all’interno della Costituzione sono verbi positivi che ci spingono a costruire, a metterci in gioco e a sfruttare le nostre potenzialità per prenderci cura l’uno dell’altro. Noi giovani studiamo e prendiamo spunto da essa per costruire una società attenta e armoniosa”.

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