Ce la metterà tutta il comune di Schio per fare in modo che l’Hotel Eden non diventi un centro di accoglienza per migranti, ma se la società che lo gestisce adempirà a tutte le richieste per l’agibilità, l’amministrazione ha le mani legate.
Lo ammette a malincuore e anche con un p’ di rabbia Valter Orsi, sindaco di Schio, che non intende abbassare la guardia sulla questione profughi e ad Alex Cioni e il comitato Prima Noi, che hanno presentato un’istanza in merito al numero dei richiedenti asilo presenti in città e all’eventualità che vengano ospitati all’hotel Eden, ha risposto senza mezzi termini.
“Ammetto che l’hotel eden Eden, come altri edifici che vengono indicati dalla Prefettura come possibili centri di accoglienza, possa essere utilizzato proprio per questo scopo – ha sottolineato il primo cittadino – Come amministrazione abbiamo bloccato l’agibilità da subito, ma nel caso la proprietà dell’albergo facesse i lavori necessari per legge per avere il nulla osta per l’utilizzo, non potremmo fare altro che accettarlo. Quello che proprio mi infastidisce, è che la società che gestisce l’hotel fa business esplicitamente con l’accoglienza dei migranti e questo mi dà ragione e conferma il mio pensiero che dietro ai profughi ci sia un grande business”.
Orsi menziona la società Discoverde, che fino a poco fa faceva capo a Giorgio Beggiato, avvocato deceduto di recente in un incidente stradale mentre era in auto proprio con un 24enne della Nuova Guinea, ospite di un alloggio per richiedenti asilo. “Ora si aspetta di vedere chi sarà a gestire la società – ha spiegato il sindaco di Schio – Il comune di certo si terrà informato su tutti i passaggi”.
Ma Orsi non si limita a questo e in linea con quanto da sempre promesso, vuole andare oltre. “Questo sistema di gestione dei richiedenti asilo non mi è mai piaciuto – ha sottolineato – Oltre ad esserci problemi per i documenti di riconoscimenti, da sempre sostengo che, una volta scaduti i tempi per il riconoscimento dello status, i profughi rischiano di finire in carico ai servizi sociali dei comuni che li ospitano. Una spesa ingestibile per amministrazioni che hanno bilanci già ridotti all’osso. Inoltre, il fatto che la Prefettura indichi immobili come centri di accoglienza va in diatriba con quello che è il ruolo di noi sindaci. Perchè siamo costretti ad accettare le imposizioni del rappresentante dello stato nel territorio, ma poi siamo allo stesso tempo responsabili della sicurezza e non abbiamo voce in capitolo nemmeno nei controlli. Per questo – ha concluso – voglio mandare una lettera ai sindaci colleghi, che come me non condividono questo sistema di gestione dei richiedenti asilo, per andare insieme a parlare direttamente con il Prefetto. Dobbiamo fare massa critica e trovare soluzioni reali a questo problema”.
Anna Bianchini