Tutti in posa e in prima fila a tagliare nastri per strutture destinate a rimanere scatole vuote.
“A un anno dalla scadenza del Pnrr, il bilancio sulla sanità territoriale è disastroso”. A denunciarlo è Carlo Cunegato, consigliere di minoranza a Schio per Coalizione Civica, che lancia un duro atto d’accusa: “Delle 1717 Case di Comunità previste, ne sono attive appena il 2,7%. E dei 568 Ospedali di Comunità promessi, non ne è stato aperto neanche uno. È un fallimento che avevamo previsto: senza personale, queste strutture restano scatole vuote.”
Cunegato ricorda che fin dall’inizio, nelle sedi politiche, aveva sollevato un problema cruciale: la carenza di personale. “L’idea di rafforzare la medicina del territorio è giusta, ma va realizzata con una programmazione seria, non improvvisata. Servono presidi territoriali per evitare il collasso degli ospedali, ma servono anche medici, infermieri, operatori. Senza personale, gli edifici restano inutili.”
Nel mirino del consigliere finisce anche la logica di investimento strutturale del PNRR, che rischia di puntare più sull’edilizia che sull’effettiva funzionalità del servizio sanitario. “Il pericolo era quello di investire nel business dei muri, senza pensare a chi poi deve lavorarci dentro. E oggi, purtroppo, sembra che sia proprio quello che sta accadendo.”
Cunegato porta l’esempio del territorio scledense: “Nell’Altovicentino avevamo 600 posti letto, con il nuovo ospedale siamo scesi a 400. Intanto, a Villaverla, l’Ulss 7 ha ridotto i servizi nella nuova convenzione della medicina di gruppo. Qual è il piano? Togliere servizi di prossimità per centralizzarli nelle Case di Comunità che ancora non esistono? Sarebbe un paradosso: un arretramento mascherato da innovazione.”
Infine, Cunegato punta il dito contro il tetto di spesa sul personale sanitario pubblico, che considera uno dei principali ostacoli alla tenuta del sistema: “Finché resta questo vincolo, mentre si continua a spendere per esternalizzazioni e gettonisti, si favorisce di fatto la privatizzazione della sanità. È una politica miope che indebolisce il diritto universale alla salute.”
Un grido d’allarme, quello del consigliere di Coalizione Civica, che chiama in causa la necessità urgente di rimettere al centro delle politiche sanitarie pubbliche la questione del personale e dei servizi, prima ancora delle strutture. “Serve una sanità di prossimità vera, non solo promessa.”
