Tra i 13 vincitori che hanno ottenuto contributi importanti da Fondazione Cariverona per il bando sinergie 2025, c’è anche il Gruppo Sociale Missionario San Giorgio di Poleo che con il progetto ‘Alisea, alleanza e luoghi per l’integrazione di servizi’ ha ricevuto 46mila euro. “Crediamo nel valore delle connessioni e nell’impatto che possono generare. Abbiamo voluto premiare iniziative capaci di contaminare mondi diversi, creando sinergie e alleanze tra imprese, enti del terzo settore e istituzioni, con un obiettivo chiaro: costruire servizi vicini alle persone, che non lascino indietro nessuno”, ha commentato Bruno Giordano presidente della Fondazione.

Il progetto Alisea del GSM San Giorgio di Poleo, che ha come partner strategici Restart APS, Comune di Schio e Pasubio Tecnologia Srl,  nasce dal desiderio di offrire un presidio di prossimità alle persone fragili del territorio di Schio, con particolare attenzione alla popolazione anziana residente nelle frazioni di Poleo, Tretto e Monte Magrè. Il nome – evocativo del vento che attraversa ogni angolo del territorio – richiama i suoi pilastri fondativi: Alleanze, Luoghi di integrazione, Empowerment e Ascolto. L’iniziativa si fonda su una forte sinergia tra il Comune, il terzo settore e i cittadini, e intende rafforzare la coesione sociale offrendo servizi stabili, accessibili e co-progettati con la comunità. Al centro del progetto ci sono tre Centri di Ascolto e Integrazione dei Servizi, punti di riferimento per il territorio dove attivare sportelli per il supporto psicologico, iniziative di alfabetizzazione digitale, laboratori culturali, attività per la promozione della salute, servizio spesa a domicilio e percorsi di educazione civica. Ogni centro sarà gestito da un gruppo stabile di volontari, formati e accompagnati lungo tutta la durata del progetto. Elemento innovativo di ALISEA è la costituzione della Consulta del Sociale: un organismo partecipativo che, in dialogo con l’amministrazione comunale, avrà il compito di garantire coerenza, continuità e visione strategica ai servizi. La Consulta rappresenterà anche un luogo di ascolto e coordinamento delle esigenze locali. La progettazione culminerà in un piano di comunicazione volto a sensibilizzare tutta la cittadinanza. ALISEA intende generare un impatto profondo e duraturo sul tessuto sociale, sperimentando un modello integrato di welfare di comunità capace di affrontare l’isolamento e di promuovere inclusione, benessere e cittadinanza attiva.

586mila euro per 13 progetti che mettono al centro le persone
(Ufficio Comunicazione e Relazioni Esterne ) In un tempo in cui le disuguaglianze crescono e la distanza tra le persone e i servizi rischia di diventare una barriera insormontabile, la prossimità non è un concetto astratto, ma una necessità concreta: significa esserci – dove serve, come serve, quando serve. Ed è in questa direzione che si muove Fondazione Cariverona, con l’esito del bando Sinergie, che mette al centro l’ascolto, la partecipazione e la collaborazione tra soggetti profit e non-profit del territorio per costruire risposte efficaci a problemi reali. “Dobbiamo superare l’idea che il sociale riguardi solo chi è in difficoltà: questi progetti parlano di comunità, di economia, di futuro”, afferma Bruno Giordano, presidente della Fondazione. “Dopo l’ottima riuscita della prima edizione, quasi sperimentale, abbiamo scelto di rilanciare convintamente questo bando, perché crediamo nel valore delle connessioni e nell’impatto che possono generare. Abbiamo voluto premiare iniziative capaci di contaminare mondi diversi, creando sinergie e alleanze tra imprese, enti del terzo settore e istituzioni, con un obiettivo chiaro: costruire servizi vicini alle persone, che non lascino indietro nessuno”.

Sono 13 i progetti selezionati dalla seconda edizione di Sinergie, sostenuti con 586mila euro, attivi nei territori di riferimento della Fondazione: sei nella provincia di Verona, quattro in quella di Vicenza, uno rispettivamente a Belluno, Mantova e Ancona. Un mosaico di interventi che, pur nelle differenze di approccio, ambito e contesto, compongono un disegno unitario di inclusione sociale, innovazione e coesione.Le iniziative sono accomunate da un tratto distintivo fondamentale: la collaborazione strutturata tra il mondo del profit e quello del non-profit, che non si limita alla semplice partnership, ma diventa un vero e proprio laboratorio di co-progettazione. Le imprese non sono “sponsor” ma co-attori di processi sociali complessi, portando risorse, competenze e visione in progetti che parlano di impatto, sostenibilità e cambiamento.Molti di questi progetti si sviluppano attorno a nuovi servizi educativi e sociosanitari, progettati con il coinvolgimento diretto di famiglie, enti locali e professionisti. L’obiettivo è duplice: da un lato, rafforzare le competenze e l’autonomia di chi vive condizioni di vulnerabilità; dall’altro, costruire modelli sostenibili nel tempo, che non siano risposte emergenziali ma parte stabile dell’infrastruttura sociale di un territorio. Una quota rilevante delle iniziative si concentra su percorsi di inserimento lavorativo rivolti a persone con disabilità, migranti, ex detenuti, donne sole o giovani NEET, con un’attenzione forte all’empowerment e alla formazione professionale. Questi progetti non si limitano ad attivare tirocini, ma propongono intere filiere produttive inclusive, dalla trasformazione alimentare all’artigianato, dall’agricoltura sociale al design, con l’obiettivo di creare reale occupazione e autonomia economica.

Altro asse importante è quello dell’educazione finanziaria, digitale e linguistica, per restituire strumenti di autonomia a chi rischia l’esclusione anche nei piccoli gesti quotidiani: inviare un’email, utilizzare uno SPID, capire una bolletta. Iniziative di alfabetizzazione e orientamento che partono dalla vita reale delle persone, coniugando il lavoro degli educatori con il contributo attivo di imprese e istituti finanziari. C’è poi un filone più culturale e relazionale, che punta sulla rigenerazione degli spazi di comunità: vecchie scuole riconvertite, orti urbani, bar sociali, centri di ascolto e luoghi di aggregazione. Ambienti accessibili, in cui si promuove la partecipazione attiva, la narrazione autobiografica, il teatro sociale, l’educazione intergenerazionale. Qui la prossimità si fa relazione, prevenzione e cittadinanza attiva.

“I numeri sono importanti, ma ancora di più lo sono le traiettorie che apriamo. Lavoriamo per una società in cui chiunque, indipendentemente dalla condizione di partenza, possa trovare spazi dove essere accolto, ascoltato e soprattutto valorizzato. È questo il senso profondo del nostro impegno, che crea nuovi orizzonti di vita e opportunità di riscatto, andando al di là di ogni forma di assistenzialismo”, conclude il presidente Giordano. Il bando Sinergie è oggi uno degli strumenti con cui Fondazione Cariverona dà risposta concreta ai cambiamenti sociali in atto, puntando su progetti coraggiosi, alleanze territoriali forti e soluzioni che guardano al futuro con realismo e ambizione.

I 4 progetti vicentini
Cooperativa Sociale Fattoria Conca d’Oro di Bassano del Grappa, con il progetto ‘Hortus conclusus. Aromatica, equa, biologica, buona’ ha ricevuto 49.600 euro; il Comune di Longare, con il progetto ‘Legami invisibili: cultura e memorie per fare comunità’ ha preso 49.900 euro; Alda Italia A.P.S. ha preso 34mila euro con ‘Aspirazioni, Sinergie, Partecipazione, Rete e Alleanze con i NEET’ e infine a Schio il Gruppo Sociale Missionario San Giorgio di Poleo che con il progetto ‘Alisea, alleanza e luoghi per l’integrazione di servizi’ ha ricevuto 46mila euro.

di Redazione AltovicentinOnline

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