“La fusione della Ulss 4 Alto Vicentino metterà l’ospedale di Santorso all’angolo a causa di un gioco politico che non ha nulla a che fare con la Sanità e il benessere dei cittadini”.
Sono dure le parole di Carlo Cunegato, leader di TesSiamo Schio e consigliere di minoranza, che per ribadire la sua contrarietà ad ‘associarsi’ a Bassano invece che alla Ulss di Vicenza, ha presentato una mozione all’amministrazione del sindaco Valter Orsi.
Il testo della mozione va dritto al sodo, così come il pensiero di Cunegato, che nella scelta del governatore Luca Zaia e della sua giunta di ‘assecondare’ le richieste dei 32 sindaci dell’Alto Vicentino ci vede solo es esclusivamente un gioco di poltrone.
Careghe insomma, come nei migliori inciuci, dove si spaccia per ‘scelta fatta per il bene della comunità’ quello che in realtà è una spartizione di poteri.
21 Ulss ridotte a 9 provinciali, in sintesi, con Venezia che ne conta 2 a causa della zona lagunare e altamente turistica e Vicenza che ne conta altre due. Ma le motivazioni delle Ulss vicentine dove risiedono?
“Nel buon senso” secondo i sindaci che hanno puntato i piedi con Zaia chiedendo a gran voce di on accorparsi al capoluogo di provincia perché l’azienda sanitaria avrebbe avuto un bacino di utenza troppo ampio, con differenze ed esigenze territoriali completamente diverse (montagna, contrade, pianure, città e campagna), che avrebbero reso difficile il ‘monopolio’ di Vicenza.
“In un gioco politico” secondo Carlo Cunegato. Che spiega il perché: “Non ci sono differenze particolari tra le province di Padova, Verona e Treviso rispetto a Vicenza, eppure solo noi abbiamo due Ulss, quella che raggruppa le Ulss 5 e 6 (Arzignano e Vicenza) e la nostra Pedemontana (che unisce Ulss 4 Alto Vicentino e Ulss 3 Bassano) – ha commentato Cunegato – E quindi perché permettere due aziende sanitarie in una provincia simile alle altre? Perché Bassano conta politicamente”.
E con il termine ‘conta’ Cunegato apre una parentesi decisamente importante. Perché se è vero che la Sanità della Regione Veneto copre la gran parte del bilancio, si capisce al volo che si tratta di un bel gruzzolo. Che con la riforma sanitaria, e l’ormai famosa ‘Azienda 0’ che gestisce direttamente tutto, forse non lascia troppa libertà alle direzioni locali, ma che di per sé, secondo il consigliere scledense, ha comunque un valore politico non indifferente.
“Provengono dal territorio bassanese il capogruppo regionale della Lega Nicola, Finco, l’assessore regionale al lavoro del Pdl Elena Donazzan, l’assessore regionale al sociale della Lega Manuela Lanzarin e l’europarlamentare della Lega Mara Bizzotto – ha spiegato Cnìunegato – Un territorio che conta politicamente vuole che Bassano rimanga l’Ulss dominante e la regione inventa un nuova Ulss ad personam per Bassano. L’agnello sacrificale della nuova organizzazione è proprio la nostra Ulss 4. Se ci fosse stata un’organizzazione come nelle altre provincie, Vicenza, che ha già una dimensione importante, avrebbe dovuto mantenere gli ospedali satelliti, con le loro peculiarità, i loro servizi e le loro professionalità. Il rischio che si paventa è che Bassano, per diventare un’Ulss dominante, cominci a cannibalizzare Thiene-Schio”. Cunegato elenca quindi le ‘perdite’ nel territorio dell’Alto Vicentino: “Nessuno dei direttori: sanitario, generale, sociale e amministrativo dorme nell’altovicentino. Si sono portati via la sede legale e la sede operativa. Anche la direzione del distretto (ovvero tutto ciò che non è ospedale) è stata affidata in facente funzioni ad una dirigente che viene da Bassano (la Dottoressa Corò). Nell’arco del 2017 ben 10 primari (direttori di Unità operativa complessa) andranno via dall’ospedale di Santorso, lasciando spazio ai Primari di Bassano. In ordine: cardiologia, chirurgia, dialisi, serd, psichiatria, oculistica, ortopedia, urologia, direzione medica, geriatria. Urologia è già oggi predominante al San Bassiano e il primario facente funzioni di Santorso sta per andare a lavorare là. La questione non riguarda in realtà i primariati – ha continuato – ma la paura che questa scelta, in futuro, dirotterà anche gli
investimenti, diminuendo i così i servizi. Nel gennaio 2016 noi di Tessiamo Schio abbiamo presentato una domanda di attualità nella quale esprimevamo la nostra preoccupazione per l’incorporazione con Bassano. Speravamo che questa aprisse una discussione nel nostro territorio e che sollecitasse un’opposizione dei nostri sindaci a questa decisione. Era una battaglia che si poteva perdere, ma che si doveva fare. Il sindaco Orsi non solo non aprì una discussione in città, ma dichiarò, come altri sindaci, di essere favorevole all’unione con Bassano, perché questa poteva, secondo lui, essere un’opportunità favorevole. Oggi che questa fusione si sta materializzando la preoccupazione è sempre più palpabile e c’è il timore che Santorso, costruito come un ospedale per acuti, si trasformi in quello che in gergo viene chiamato un ‘eliporto’. Una struttura dove vengono trasferiti i pazienti dopo aver ricevuto altrove le cure. L’impressione è quindi che si proceda solo privilegiando i vertici bassanesi”.
Una beffa, secondo Cunegato, “che saremmo costretti a subire, visto che l’ospedale voluto da Galan è costato 170 milioni di euro, ma con lo scandalo del project financing potrebbe arrivare a costare 600 milioni. Pensare che restaurare e allargare il De Lellis sarebbe costato solo 62 milioni provoca un profondo senso di indignazione. Per questo chiediamo al sindaaco Orsi di istituire una commissione sovracomunale, che si aggiunga alla commissione quarta del socio sanitario, con lo scopo di vigilare periodicamente lo stato dei servizi nell’ospedale di Santorso. Essa potrebbe essere composta da un direttore dell’ulss, alcuni sindaci della zona (preferibilmente sindaci che sono già nelle commissioni ulss e sono delegati dalla conferenza dei sindaci per disabilità, psichiatria, etc.) e da un rappresentante delle associazioni che si occupano della difesa dei diritti dei malati (come per esempio “Cittadinanza attiva” o il “Tribunale dei diritti del malato”). Essa si adopererà per monitorare i movimenti e le scelte dei vertici dell’azienda Ulss. Tale commissione potrà chiedere audizione ai rappresentanti sindacali delle categorie sanitarie ed avrà la possibilità di suggerire eventuali giusti interventi. Potrà inoltre redigere periodicamente dei report che dovranno pervenire alle amministrazioni. E’auspicabile – ha continuato – che tali relazioni saranno rese pubbliche, in modo tale da mantenere viva l’attenzione sul tema. Chiediamo inoltre che venga istituito un servizio di segnalazioni di ‘disagio’ da parte dei cittadini. Le modalità potranno essere diverse: un numero verde, una mail o un modulo di segnalazioni da raccogliere in municipio. La commissione potrà anche raccogliere e valutare le variazioni di progettualità e verificare i cambiamenti dei servizi territoriali, delle strutture che gestiscono i diversamente abili, gli anziani, i minori e l’area della salute mentale. La stessa attenzione dovrà essere diretta a valutare ciò che succede nei consultori familiari, nei centri di salute mentale, al serd e all’alcologia. Oltre all’ospedale abbiamo il dovere di sorvegliare anche gli altri servizi del territorio. Ci auguriamo che possa esserci una apertura e una collaborazione chiara – ha concluso Carlo Cunegato – un senso di responsabilità condiviso per il bene comune, per la necessaria valutazione di ciò che sarà della sanità dell’altovicentino”.
Anna Bianchini