Era poco più che un adolescente l’alpino Cirillo Fancon quando, nel 1916, fu fatto prigioniero durante una battaglia sul Pasubio e trasferito in un campo di prigionia in Bosnia, dove furono di recente trovati i suoi resti.

Le spoglie del soldato torneranno a Malo martedì 4 dicembre e gli Onori al Caduto nella Grande Guerra verranno resi alle 12.30 nel duomo cittadino, alla presenza delle autorità, dei comandanti dei vari corpi militari e dei rappresentanti delle associazioni d’arma.

Dopo la Santa Messa e l’intervento del generale di Divisione Alessandro Veltri, ci sarà la benedizione delle spoglie di Fancon che verranno consegnate ai parenti. La tumulazione avverrà nel Cimitero di Malo, nel luogo dedicato ai Caduti della Grande Guerra.

Alla solenne cerimonia parteciperà anche Dalibor Ballian, professore di Sarajevo, che ha ritrovato per primo la lapide funeraria del Caduto e dal quale è partita la  catena di informazioni che ha consentito il ritorno a Malo dei resti del soldato, effettuato anche grazie all’intervento di ‘Onorcaduti’.

Paola Lain, sindaco di Malo, ha invitato tutta la cittadinanza a partecipare alla cerimonia in segno di accoglimento, di rispetto e di condivisione per il giovane concittadino morto a seguito di quanto subito in prigionia, e unito idealmente alle milioni di vite sacrificate nel corso di quell’orribile conflitto. La cerimonia chiude idealmente anche le celebrazioni di quest’ultimo triennio per il centenario dell’inizio e della fine della prima guerra mondiale.

Chi era il soldato semplice Cirillo Fancon

Cirillo Fancon nacque il 20 luglio 1896 a Malo da Angelo e Anna Lanaro. Abitava in via Cantarane e faceva il mugnaio. Il 12 ottobre 1915, all’età di 19 anni, fu dichiarato abile e dopo un mese aggregato al 6° Reggimento Alpini, Battaglione ‘Monte Berico’, come soldato semplice.

Fu catturato dal nemico il 10 settembre 1916 sul monte Pasubio durante l’assalto al Dente Austriaco. Fu quindi tradotto nel campo di prigionia di Sigmundsherberg nell’Alta Austria e infine trasferito in un campo di lavoro nei pressi di Zenica, in Bosnia Erzegovina. Il 10 settembre del ’17, giusto un anno dopo la cattura, venne barbaramente finito a bastonate nei boschi di Begov Han e ivi sepolto.

Si deve al professor Dalibor Ballian il ritrovamento del cippo funerario riportante il suo nome e all’Istoreco  di Reggio Emilia, in contatto con l’Associazione Archeion e gli Alpini di Malo, l’arrivo delle informazioni a riguardo nel Comune di Malo.

Interessata in merito anche l’Ambasciata della Repubblica d’Italia a Sarajevo e il  Ministero della Difesa, che ha effettuato tutti gli accertamenti del caso.

di Redazione Altovicentinonline

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