I Servizi Sociali della ex Ulss 4 Alto Vicentino per il momento sono salvi e il territorio non subirà il temuto declassamento per uniformarsi a Bassano, ma rimane la preoccupazione per la medicina territoriale.
Lo comunicano i sindaci del Distretto 2, riunti l’altro giorno in conferenza, che dal DG Giorgio Roberti e dal direttore ai Servizi Sociali Alessandro Pigatto hanno avuto la conferma che, per ora, non ci saranno cambiamenti nella gestione del comparto più delicato della sanità locale.
“Rimane tutto invariato fino a che non ci saranno delle direttive precise dalla regione – ha spiegato Giovanni Casarotto, sindaco di Thiene – e nel frattempo noi primi cittadini ci mettiamo al lavoro per elaborare il Piano di Zona, che è interamente nelle nostre mani”.
L’argomento all’ordine del giorno è stata l’analisi del sistema delle deleghe che, dal 1982 per quelle obbligatorie e dal 1994 per quelle facoltative, l’ex Ulss 3 di Bassano del Grappa e l’ex 4 Alto Vicentino hanno contrattato e sottoscritto con i comuni del territorio di competenza.
“È un tema su cui da subito c’è stata molta apprensione, molta attenzione e impegno da parte nostra – hanno dichiarato Valter Orsi e Cristina Marigo rispettivamente sindaco e assessore ai Servizi Sociali nel comune di Schio – Sapevamo che non c’era un obbligo normativo di revisione delle deleghe per portarle ad un’uniformità per singola Aulss e ci siamo impegnati sin da subito perché non ci fosse un livellamento dei servizi verso il basso. L’Alto Vicentino è da decenni un territorio di eccellenza nella programmazione e nella gestione delle prestazioni e dei progetti socio-assistenziali. La scelta operata negli anni ’90 dai 32 Comuni dell’Ulss 4 di delegare all’Azienda Sanitaria anche la tutela e l’accoglienza familiare dei minori, la gestione dei fondi solidarizzati per l’accoglienza residenziale di persone con disabilità grave o con disturbi psichiatrici, rispondeva e risponde tutt’ora alla natura e ai bisogni specifici di questo territorio. Per mantenere servizi di qualità, negli ultimi 2 anni, come rappresentanti della nostra comunità ci siamo impegnati anche con nuove assunzioni di spesa di circa 65mila euro l’anno, evitando così costi aggiuntivi a carico di famiglie bisognose. Un sistema che non va cambiato – hanno continuato – ma potrà essere solo d’esempio per altri e migliorato”.
La Conferenza dei Sindaci dell’Ulss 7 ha messo in evidenza i punti di forza del sistema delle deleghe: la realizzazione dell’integrazione socio sanitaria, la presa in carico unitaria dell’assistito da parte di equipe multiprofessionali dedicate con sviluppo di competenze specifiche, la governance partecipata e la condivisione costante delle situazioni in carico e la spesa minore per i servizi gestiti tramite delega per i comuni. “Ora il confronto si sposta e prosegue con la Regione – hanno concluso Valter Orsi e Cristina Marigo – In Quinta Commissione si stanno analizzando le linee guida proposte dalla giunta regionale sul futuro della riforma sanitaria veneta. Importante è sottolineare che ogni distretto dell’Ulss 7 si presenta in Regione come singolo interlocutore, così come ogni distretto mantiene il proprio bilancio e la propria contabilità separati per la gestione delle deleghe. Un risultato importante per la difesa del sistema socio-sanitario Alto Vicentino, che ci vede ad oggi soddisfatti dei risultati sin qui conseguiti, a dimostrazione di un lavoro intenso e costante svolto sino ad ora in rappresentanza dei nostri cittadini.”
Preoccupati in merito alla nuova Sanità si sono espressi anche i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, che hanno commentato: “Il sistema sanitario e socio-sanitario, duramente colpito da tagli nazionali e regionali, ha bisogno di essere difeso al di là dei singoli territori distrettuali o di Ulss. In generale riteniamo che le istituzioni, le associazioni e le forze sociali debbano insieme costruire un percorso comune per garantire i livelli di assistenza sanitaria a tutti i cittadini, diffondere la medicina nel territorio, con particolare attenzione alla prevenzione ed alla riabilitazione, definire quanto prima i livelli di assistenza sociale, sviluppare quantitativamente e qualitativamente la rete dei servizi territoriali. L’avvio delle medicine di gruppo integrate va sostenuto e valorizzato. Abbiamo bisogno di moltiplicare i punti di riferimento nel territorio come quelli delle Case della Salute, degli ospedali di comunità e delle unità riabilitative territoriali. Queste strutture non stanno decollando per mancanza di volontà politica e di finanziamenti. Nel vicentino questi spazi e prestazioni potrebbero benissimo essere accolti all’interno delle case di riposo pubbliche che diventerebbero, a tutti gli effetti, dei centri di servizi rivolti non solo alle persone anziane. Se poi vogliamo parlare di posti ospedalieri perché non partire dal complessivo sottodimensionamento provinciale? Il rapporto 3,5 posti letto per mille abitanti di cui 0,5 per la riabilitazione risulta deficitario, in particolare proprio nel territorio dell’Alto Vicentino. Infine il sistema di emergenza-urgenza. Il Suem è strutturato a livello provinciale, mala distribuzione dei mezzi non risulta così capillare ed uniforme al fine di garantire a tutti i residenti un servizio efficace ed efficiente. Cgil Cisl Uil di Vicenza hanno elaborato una piattaforma e si stanno attivando, in questi giorni, per costituire dei tavoli di confronto sia con i Sindaci e le Aziende Ulss, sia con i Comitati di Distretto – hanno concluso i sindacati – Siamo convinti che solo attraverso un patto tra tutti gli attori radicati nel territorio si possa veramente dare risposta ai bisogni della comunità”.