Più di 3 miliardi di euro per 47,6 km e col taglio del nastro a 12 anni dal via dei lavori. Da Pedemonte a Rovereto Sud, in 4 gallerie e viadotti. Questi i numeri per la Valdastico Nord, con la variante che Maurizio Fugatti vorrebbe puntando al casello di Rovereto Sud. “Per riqualificare la zona industriale di Rovereto e rilanciare l’economia, anche agricola, della bassa Vallagarina”, giustifica sempre la giunta provinciale trentina guidata da Fugatti. Ma lo studio mette in evidenza un rischio idrogeolico per la faglia Schio-Vicenza.
Diventa di dominio pubblico, a tre mesi di distanza dalla sua luce e grazie all’interesse di un consigliere trentino del Pd, lo studio di fattibilità fatto dalla A4 Autostrada Brescia Padova. Uno studio ed un’analisi del progetto che prevede, per il secondo lotto del tratto nord dell’A31. La discesa da Pedemonte a Rovereto in un susseguirsi di gallerie e viadotti. Poco meno di 50 km, partendo da Piovene Rocchette ed arrivando a Serravalle, nel casello di Rovereto Sud. Nel mezzo gli svincoli intermedi, o bretelle, a Cogollo del Cengio, Valle dell’Astico e Terragnolo. Tutto questo senza contare le aree di cantiere necessarie ad eseguire i lavori. Due macro cantieri saranno realizzati a Rovereto e a Pedemonte. Nel piccolo paese dell’alto vicentino, nell’ipotesi dello studio di fattibilità, lo svincolo sarò realizzato per ultimo su tutto. Nel frattempo verrebbe costruito “uno svincolo provvisorio, per garantire la fruibilitàdell’asse autostradale che collegherà Piovene Rocchette a Pedemonte”.
flusso del traffico
23.300 i veicoli ipotizzati nel flusso di traffico. Numero stimato se nella Valsugana non venisse attivata la ‘vignetta’. Ovvero l’obbligo per i camion, in transito verso il nord, di dirottarsi sulla Valdastico Nord. Se questo obbligo non venisse imposto, e levando anche lo svincolo a Terragnolo, il numero dei mezzi circolanti sull’A31 Nord scenderebbero a 19.900. Sempre per indicazione della giunta trentina i mezzi pesanti che si trovassero a transitare in Valsugana pagherebbero il pedaggio corrispondente a tutta la tratta nord dell’A31. Tra tutti gli scenari ipotizzati, di base con svincoli e vignette e senza, l’analisi condotta porterebbe a pensare una buona performance dell’infrastruttura. Il tutto scaricando il traffico della Valsugana, per la quale lo studio non tiene conto del project financing per potenziarla, oltre alla rete autostradale del Brennero che si snoda da Verona.
funzionale?
Per la Valdastico Nord la funzionalità scaturisce dall’incrocio tra domanda ed offerta. Secondo l’analisi condotta dalla concessionaria A4 il traffico pesante dovrebbe essere veicolato sulla Valdastico Nord, con l’attuazione delle vignette e sgravando la Valsugana, raggiungendo “buone performances di esercizio sull’intero tracciato anche nell’orizzonte temporale di lungo termine (anno 2035), con al massimo livelli di servizio a LOS C che prefigurano per il completamento nord dell’Autostrada A31 Valdastico performance pienamente adeguate”. Per servizio LOS C si intende un’arteria con flusso condizionato, con valori più bassi rispetto alla velocità data all’infrastruttura e con una densità di traffico che tende ad incrementare.
faglia Schio-Vicenza, rischio idrogeologico e sismico
Da Pedemonte a Rovereto Sud, tuffandosi nella pancia dei monti. In tutto un susseguirsi di 4 gallerie autostradali, ad unica direzione e a doppia canna con due corsie, oltre a quella d’emergenza. La prima, da Pedemonte a Terragnolo, lunga quasi 17 km. Sempre nello studio viene posto l’accento sulla roccia in cui si andrebbe a scavare per fare la prima galleria. Una serie di lunghi tunnel da fare in concomitanza di “un’elevata densità di faglie, per lo più con direzione pseudo ortogonale al tracciato, di cui alcune anche importanti come la faglia Schio-Vicenza”. Un rischio in corso d’opera che, sempre in fase di studio, intendono assorbire con un apposito sistema di scavo, “vista l’importante lunghezza, la galleria Pedemonte-Terragnolo verrà approcciata in entrambe le canne con scavo meccanizzato utilizzando due frese scudate dual-mode, in grado di lavorare sia a fronte chiuso, nelle zone di faglia più importanti, che a fronte aperto nei contesti rocciosi di buona qualità. Ma non solo. Sempre nell’analisi condotta emerge, e sempre per il tratto che parte da Pedemonte, un rischio idrogeologico, “seppur il tracciato della galleria non interferisca in pianta con le zone di rispetto e protezione di sorgenti e pozzi, in corrispondenza delle faglie principali sono prevedibili importanti venute d’acqua le quali potranno essere prevenute attraverso la realizzazione di prospezioni geognostiche in avanzamento e successivi interventi di riduzione della permeabilità dell’ammasso mediante iniezioni di boiacca e resine”.
Quanto scritto nello studio di fattibilità commissionato da A4 Autostrada sono, al momento, solo ipotesi. Rischi e soluzioni messe nero su bianco per verificare se, e quanto, sia attuabile la soluzione voluta dal trentino Fugatti. Un argomento sempre caldo quello della Valdastico Nord, rispolverato da Fugatti prima e dopo la sua elezione a capo della giunta della provincia autonoma di Trento. Quel che resta di certo è, a quanto pare e come scritto nella premessa dello studio, è la necessità di un corridoio di collegamento tra Veneto e Trentino, perché “la fascia pedemontana veneta ed il Trentino non possiedono, infatti,
collegamenti funzionali ed in grado di assicurare adeguati standard di connettività per la mobilità e i flussi di scambio sia passeggeri che merci”.
Paola Viero