La lotta alla siccità, che sembra perdurare a causa dell’assenza di pioggia e neve, potrebbe avere una risposta concreta a Velo d’Astico.

Il bacino di Meda infatti, con i suoi 7 milioni di metri cubi di capacità, sarebbe il serbatoio ideale per la stagione calda.

Un progetto già bocciato a più riprese da molti sindaci, non solo da quelli ‘della valle’, perchè considerato devastante e invasivo, che impatta fortemente col territorio.

Ma il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta, che aveva già messo gli occhi nell’invaso di Meda riscuotendo un ‘no’ secco dai sindaci, ora riporta in auge l’argomento.

“Gli effetti delle ridotte precipitazioni, nella frequenza e nella quantità, non soltanto portano ad un aumento importante dell’inquinamento atmosferico, ma contribuiscono anche a non approvvigionare le falde, preziosa riserva per i periodi caldi – ha spiegato Silvio Parise, presidente del Consorzio di bonifica Alta Pianura Veneta – Non possiamo certo parlare di siccità, in quanto in questo periodo dell’anno non vi sono particolari esigenze di approvvigionamento idrico. Tuttavia, dobbiamo essere pragmatici e considerare in modo accorto la disponibilità ed il consumo di acqua. In tal senso la creazione dei bacini è strategica e fondamentale”.

Fari puntati quindi sul bacino di Meda, “che nell’Alto Vicentino potrebbe essere una cassaforte da oltre sette milioni di metri cubi di acqua. Non possiamo continuare a fare la danza della pioggia – conclude Parise – occorre agire concretamente e rapidamente, diversamente si continuerà a ragionare sfruttando le riserve a disposizione, ma senza risolvere il problema dell’approvvigionamento idrico e, soprattutto, della raccolta dell’acqua per il suo riuso”.

A.B.

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