Briefing questa mattina a Santorso, dove il caso di Coronavirus del 60enne ricoverato in neurologia e risultato positivo ha fatto scattare un’ ulteriore emergenza sanitaria, con 60 operatori isolati a casa.

E’ stato fatto il punto sulla delicata situazione, esplosa nel pomeriggio di martedì, con la decisione del trasferimento dell’uomo residente a Schio al Negrar di Verona e con l’allontanamento immediato dalla struttura di 60 tra medici, infermieri, operatori sanitari e tecnici, che risultano comunque asintomatici.

Il presidente della Conferenza dei sindaci dell’Alto Vicentino ha invitato l’intera comunità, giustamente in apprensione dopo il caso di Breganze e quello scledense, a non diramare, anche via whatsapp, informazioni che possano ledere la privacy delle persone risultate infette.

Lo ha fatto attraverso la stampa, che stamattina non è riuscita ad entrare in un ospedale che ha adottato in queste ore tutte le misure previste dal protocollo e ha dichiarato alla stampa locale che all’interno della Ulss 7 vi sono medici di grande professionalità. Personale sanitario e parasanitario che sta dimostrando “passione” e attaccamento al lavoro, ‘ingredienti’ di professionalità che anche in questo caso sapranno fronteggiare il momento di crisi che sta vivendo il nostro ospedale.

Il Coronavirus, infatti, ha allargato la maglia della carenza d’organico che già era cronica nel territorio, a causa della mancanza di medici che hanno lasciato il settore pubblico per ‘abbracciare’ il privato. Per non parlare dei pensionamenti, che in particolare a Santorso sono stati enormi, con figure storiche di primari che non ci sono più e non sono stati rimpiazzati.

L di là del virus, di cui si sta parlando a livello internazionale e che ha attanagliato anche il Veneto, coinvolgendo uno a uno, giorno dopo giorno, le diverse province, adesso il problema immediato da affrontare è proprio questo. Balzi ha assicurato che da parte dei vertici sanitari della Ulss 7 c’è il massimo impegno e lo stesso presidente della regione Luca Zaia non fa che rassicurare con comunicati stampa le diverse comunità venete, confermando che sono in corso acquisti di materiali sanitari, la valutazione ospedale per ospedale di tutto ciò che manca e che verrà reso disponibile e assunzioni là dove c’è la necessità.

La Regione Veneto insomma ce la sta mettendo tutta e nonostante, insieme alla Lombardia sia la più flagellata dalle conseguenze del Coronavirus, non manca il piede sull’acceleratore da parte di chi si sta spendendo per fronteggiare qualcosa che non si era mai vissuto. Qualcosa che non si conosce nemmeno bene perchè gli stessi virologi ancora oggi sono discordanti nelle loro tesi scientifiche, generando un clima di incertezza collettiva che però non deve creare il panico.

di Redazione Altovicentinonline

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