“Il ritorno della naja obbligatoria è una bufala, un diversivo pensato dalla maggioranza per non affrontare le vere questioni che interessano i veneti e che soprattutto non avrà conseguenze legislative. Lo sanno bene anche gli esponenti della maggioranza”.
È pronto scommetterci il Consigliere regionale del Partito Democratico Claudio Sinigaglia a proposito della Proposta di legge statale n. 37 che domani tornerà nell’aula di Palazzo Ferro Fini.
“È un messaggio politico da destra – spiega il Consigliere democratico – per cercare di orientare l’opinione e il consenso, privo però di effetti sul piano pratico. Mi stupisce il sì di Forza Italia, partito che nasce come liberale salvo promuovere l’obbligatorietà come impostazione educativa: forse prevale il nostalgico richiamo allo stato etico! Ma è soprattutto l’ambiguità del Movimento Cinque Stelle, di lotta e di governo, che colpisce: ascoltano i ragazzi che protestano e si schierano contro la reintroduzione della leva, parlano con gli alpini e diventano favorevoli. E, a proposito di alpini, vanno respinte le conclusioni di Zaia che strumentalizza il centenario della Grande Guerra: il ripristino della leva obbligatoria non è e non sarà il riconoscimento al sacrificio di chi ha combattuto 100 anni fa. È un messaggio equivoco, gli alpini sono per una cultura di pace e di vita, come dimostrano ogni giorno in tante manifestazioni sul territorio e nel prodigarsi in caso di bisogno. Non hanno bisogno di un po’ di retorica di guerra per essere riconosciuti come riferimento per le nostre comunità. E neppure bisogna prenderli in giro, impegnandosi su reclutamenti che non ci saranno mai più. Anzi noi proponiamo che la Regione li inserisca nei percorsi di servizio civile, sarebbe veramente utile e risponderebbe al fatto che potrebbe essere un’occasione di esperienza di vita, di formazione personale e professionale, dato che gli alpini sono in grado di educare su molti fronti, dal digitale alla natura estrema, e sono la sublimazione della solidarietà e del volontariato. Ma la naja no. La naja insegna a sparare contro il nemico”.
“I numeri – insiste Sinigaglia – non sono dalla parte del provvedimento: organizzare il servizio obbligatorio avrebbe costi enormi. Oggi la Difesa ha un bilancio di 20 miliardi e le previsioni, se dovessero ritornare naja e protezione obbligatoria, parlano di un costo di 15 miliardi. Senza considerare che una difesa di questo tipo non serve assolutamente più a nulla. Il Ministero ha ben altri obiettivi: servono super tecnici, specialisti e infatti punta a ridurre entro il 2024 i soggetti operativi da 170.000 a 150mila e da 27mila a 20mila il personale civile. Se davvero vogliamo difendere i valori delle nostre comunità, chiediamo maggiori stanziamenti per il servizio civile regionale nelle sue varie forme: assistenza, cultura, ambiente, protezione civile”.
Comunicato Stampa