“Basta ‘fare’ il leghista? Non è necessario essere ‘leghisti’?”. La provocazione lanciata dall’ex deputato Filippo Busin è tutt’altro che ambigua. Al centro del ‘dibattito’, ancora una volta, c’è Roberto Vannacci che più di qualche brivido sembra riesca portare a Luca Zaia, in carica ancora per poco in Veneto,
Quando un tempo tutto era Lega. Il Veneto, un tempo roccaforte incontrastata del Carroccio, torna ad essere campo di battaglia dove tensioni e ambizioni sono all’ordine del giorno, in vista delle prossime elezioni regionali. Da alcuni mesi vicesegretario federale della Lega per Salvini Premier, Vannacci punta a diventare protagonista nel ‘dopo Zaia’. Un’idea che a Zaia farebbe contorcere le budella e che ha commentato con freddezza, “se fa il leghista, sì”. Una frase che dice molto. E forse troppo. Parole che all’ex deputato della Lega Filippo Busin hanno fatto accendere la miccia, commentando sui social. “Basta ‘fare’ il leghista? Non è necessario essere ‘leghisti’? Comunque sia che lo faccia o che lo sia, Vannacci oggi è molto più in linea con la Salvini Premier di quanto lo sia Zaia. Del resto Vannacci è vice del segretario nazionale, se le cariche hanno ancora senso direi che Vannacci non solo fa ma è, a pieno titolo, un leghista”.
Un messaggio chiaro, fortemente provocatorio, che non lascia spazio ad interpretazioni. Ma che, se mai ce ne fosse stato bisogno, evidenzia ancora una volta come la Lega si stia contorcendo tra tensioni interne, acutizzate dalla corsa alla leadership in Veneto. Lo stesso ‘mancato incontro’ a Venezia all’Hotel Excelsior tra Salvini e Zaia, che si doveva tenere mercoledì scorso durante la Mostra del Cinema, la dice tutta. Zaia se ne va via mezz’ora prima che arrivi Salvini. Un distacco politico tra i due, con in mezzo un Vannacci che punta a mettere all’angolo i leghisti doc. Persone o militanti smarriti, che nel silenzio di Zaia guardano a altri partiti, ad uno in particolare, o che ancora si aggrappano al ricordo sbiadito della ‘Lega del Nord’: quella che doveva portare ‘a casa’ da Roma le istanze per il proprio territorio e che ora si trova scalzata da ‘quella di Salvini’.
P.V.
