Sono 35 i nuovi figli ‘della Brazzale’ e il titolare Roberto ne conosce tutti i nomi. Sono i ‘bambini del bonus bebè’, il premio di 1.500 euro (pari ad uno stipendio) che l’azienda, da marzo scorso, ha deciso di elargire ai dipendenti che diventano genitori.
Un regalo apprezzato e la cui notizia ha fatto il giro d’Italia, con la storica azienda lattiero-casearia che è diventata agli occhi di tutti il contraltare alla denatalità. Roberto Brazzale aveva annunciato con orgoglio il bonus bebè, elargito per promuovere il benessere dei dipendenti nelle varie sedi in Italia e Repubblica Ceca e delle loro famiglie.
Maximilian, Giovanni, Matilde, Alice, Sofia, Jennifer, Giorgia, Caterina, Christopher, Rea, Giulia, Maria, Adele, Rim, Adin, Idrissa, Sofie, Prokop, Denisa, Jan, Ema, Amálie Anna, Vilemína, Jindřich, Ema, Ellie, Stela, Jan, Elena, Anna, Ema, Klára sono venuti al mondo non solo per la gioia di mamma e papà, ma anche di tutta la Brazzale e del presidente Roberto, che ha commentato: “Il bonus è previsto per tutti i figli che dovessero arrivare, senza limitazioni e la misura non ha nessuno scopo di aumentare la produttività, ci mancherebbe, bensì solo quello di mettere la maternità al centro e prima di ogni altra cosa, anche in azienda”. Sono 15 i bambini nati in Italia e gli altri sono nati in repubblica Ceca, dove l’azienda ha un importante distaccamento. Il bonus bebè però è esteso anche in caso di adozione e si estende anche al secondo figlio. 1.500 euro è il bonus e nel caso del primo figlio ai genitori è richiesto di essere parte dell’azienda da almeno 2 anni, che diventano 3 nel caso del secondo pargolo.
Quando è stato annunciato, il bonus bebè della Brazzale ha spiazzato tutti, perché l’avvocato Roberto, leader dell’azienda, lo aveva stabilito in piena crisi delle nascite. Un modo personale di dare il suo contributo, che è stato preso come modello per una proposta di legge, che però purtroppo, a oggi, non è ancora diventata realtà.
Anna Bianchini