Hanno dichiarato di votare tutti nello stesso modo, cioè ‘sì’, eppure via web hanno litigato. A modo, si intende, perché alle accuse di Roberto Brazzale, presidente dell’omonima azienda lattiero-casearia di Zanè, le risposte sono arrivate, ma con toni pacati, come si conviene tra chi preferisce lasciare leggere tra le righe piuttosto che urlare le sue ragioni.

E’ stato il referendum sull’autonomia e le sue diverse strategie di promozione del ‘sì’ da parte degli industriali a far accendere la scintilla della discordia. Dei toni bassi, forse per stile ed eleganza di chi preferisce non sbraitare e chi si sente responsabile di un ruolo a fare sbraitare l’imprenditore di Zanè, che per il referendum di domenica, le ha messe in campo tutte. Mancava solo il trattore in tangenziale . Ma ognuno scegli i propri metodi di ‘comunicazione’. 

L’imprenditore Roberto Brazzale e, dall’altro lato della barricata, Laura Dalla Vecchia e Luigi Schiavo, rispettivamente vice presidente di Confindustria Vicenza e delegato alle infrastrutture di Confindustria Veneto hanno scelto di dirsele su facebook, dove la loro conversazione virtuale non è sfuggita a molti frequentatori della rete.

Brazzale, che ha detto ‘addio’ a Confindustria a fine 2015 a causa di dissidi in merito alla faccenda Banca Popolare di Vicenza, ha accusato l’associazione di imprenditori di non aver preso una posizione ufficiale in merito al referendum sull’autonomia. Toni troppo morbidi secondo Brazzale, che avrebbe voluto una presa di posizione decisa da parte dell’associazione di categoria, con uno schieramento compatto e dichiarato per il ‘sì’, che a suo avviso avrebbe dato una spinta in più verso il traguardo dell’autonomia.

“Ancora una volta, Confindustria Vicenza vergognosa. Dov’è, chi la sente?”, ha commentato Brazzale tirando in ballo direttamente Dalla Vecchia e Schiavo.

Immediata la risposta di Laura Dalla Vecchia, che ha mostrato l’invito di Laura Dalla VecchiaConfindustria ad un incontro con il governatore Luca Zaia. “La posizione di tutta la Confindustria veneta è stata dichiarata anche sul Tg3”, ha spiegato Laura Dalla Vecchia.

“Chi era presente all’incontro con Luca Zaia ha capito la posizione dell’associazione – ha sottolineato Luigi Schiavo, postando anche un’intervista del Corriere a Matteo Zoppas, presidente di Confindustria Veneto, nella quale il rappresentante regionale della categoria si era schierato apertamente per il ‘sì’ motivandone le ragioni – Anche le altre associazioni hanno preso posizione per mezzo del rappresentante regionale, mi pare sia così che si debba fare. Poi ognuno di noi, nelle sue possibilità, ha fatto il possibile a sostegno del referendum. Tu – ha detto rivolgendosi direttamente a Roberto Brazzale – sei stato molto presente e te ne sono personalmente grato, ma anche altri ci hanno messo la faccia, qualcuno anche per il no come è giusto che sia in una democrazia. Ognuno di noi in cuor suo sa di aver fatto la cosa giusta”.

Troppo poco esplicita la posizione degli industriali del Veneto secondo Brazzale, che ancora una volta si è scagliato contro l’associazione. “Un’associazione con tale responsabilità deve muoversi con molta più chiarezza, decisione e visibilità – ha dichiarato Brazzale – Quale sarebbe il compito di una associazione se non quello di partecipare alla vita della collettività anche attraverso la politica? E’ un partito quando fa comodo, non lo è quando si devono assumere precise responsabilità e rischi per difendere gli associati vicentini e scontentare i vertici romani”.

Luigi Schiavo Luca ZaiaRispondendo a Schiavo e al suo invito a riferirsi al rappresentante regionale, Brazzale ha rincarato la dose, scagliandosi contro la sezione vicentina dell’associazione: “A questo sciogliamola. Se Luciano Vescovi (presidente Confindustria Vicenza) non prende posizione ufficiale, chiara e netta nemmeno in questa occasione, cosa ci sta a fare lì? E che senso ha, allora, una associazione su base provinciale se deve parlare solo il presidente regionale, che molti vicentini nemmeno conoscono? Pensa che potenziale di autorevolezza è andato sprecato, in una situazione in cui saranno decisivi i gli ‘indecisi’. Se non si ha coraggio di rendere pubbliche con il dovuto risalto le proprie posizioni, meglio ritirarsi o sciogliersi. Ripeto il mio personale giudizio: vergogna”.

Anna Bianchini

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